Continua
l'appuntamento con la rubrica
"Io e il Musical"
Questa volta Massimo
Davico ha intervistato
Fabrizio Angelini.
Attore, ballerino, coreografo, regista, ha recentemente firmato
"Bulli e Pupe".
Ci racconta un po' della sua carriera e di come si è avvicinato al musical?
La prima esperienza nel musical è stata "A Chorus Line" nel 1990. Ho sempre avuto voglia di fare un po' di tutto nel mondo dello spettacolo, quindi il musical era sicuramente una delle cose che m'interessavano di più. Io ho iniziato come attore, poi ho cominciato a studiare danza, mi hanno consigliato di tentare l'esame all'Accademia… è andata bene, mi sono diplomato anche come insegnante. Nel frattempo, contemporaneamente, ho sempre lavorato, soprattutto come ballerino, anche perché è più facile venire a conoscenza delle audizioni per la danza: quelle per attori sono sempre un po' più..."nascoste". Nel '90 stavo lavorando al Teatro dell'Opera quando ci fu il provino per "A Chorus Line", mi hanno preso e…mi sono lanciato in quest'avventura, lasciando il teatro dell'Opera, affascinato da questa esperienza dove avrei potuto anche recitare e cantare, oltre che ballare. Mi è stato chiesto di diventare capo-balletto, cioè responsabile della danza, poi ci sono stati altri spettacoli sempre per la Compagnia della Rancia, ho fatto le coreografie per "Il giorno della tartaruga", ho lavorato per due anni al Sistina con Garinei,; c'è stata poi l'esperienza di regia con "Rent" e poi ancora con Saverio Marconi come coreografo, aiuto regista, regista associato e adesso per "Bulli e Pupe" mi è stata affidata la regia oltre che le coreografie.
Parliamo di questo "Bulli e Pupe"
All'inizio è stato un vero stress affrontare le due cose insieme: stranamente proprio la parte coreografica mi ha dato un po' più problemi forse perché, proprio pensando "sono un coreografo" forse l'avevo lasciata un po' da parte per occuparmi delle scene, dei costumi…di tutto il resto insomma. Poi, anche grazie all'aiuto dei ragazzi che sono eccezionali (al di là delle qualità tecniche, proprio come collaborazione) le cose si sono risolte, mi pare per il meglio. Un'esperienza impegnativa ma devo dire molto positiva per me: al di là dei risultati, che non posso giudicare io, ho trovato un rapporto bellissimo con tutti e sono molto soddisfatto di questo. Spero di aver dato un'impronta personale allo spettacolo e che il pubblico esca soddisfatto come lo siamo un po' tutti noi che lo abbiamo preparato.
Come è stato scelto questo titolo?
Lo abbiamo deciso insieme con la produzione, su una rosa di titoli possibili. Questo era uno dei più famosi, non ancora rappresentato in Italia e mi è sembrato giusto proporlo. E' un titolo di richiamo, conosciuto, con un grande film alle spalle che tutti ricordano…questo può essere anche un rischio, ma abbiamo voluto correrlo.
Personalmente preferisce il musical brillante o quello drammatico?
Forse da "spettatore" preferisco quello drammatico, però è anche una grande soddisfazione riuscire a divertire il pubblico… non saprei. Ho avuto molte soddisfazioni anche con "Rent", che è decisamente un musical drammatico. Quindi a questo punto posso dire che l'importante è che sia un bel musical, costruito bene.
C'è un musical che Le piacerebbe fare, sia come regista che come interprete?
Come interprete tutti, perché avrei ancora voglia di calcare il palcoscenico…Speriamo che capiti l'occasione. A parte gli scherzi ci sono tre titoli che amo molto e che sono "I Miserabili", "Crazy for You" e "42nd Street".
Altri progetti già all'orizzonte?
Non ancora, a parte le coreografie di "Pinocchio", il musical di Saverio Marconi e dei Pooh che è già un grandissimo impegno…
Molto atteso direi…
Sì, una grande operazione, alla quale Saverio si è dedicato da molto tempo con grande passione. Ora siamo quasi al traguardo e l'impegno è davvero molto.
In bocca al lupo per tutto, allora.
Grazie. Crepi il lupo.
A
cura di Massimo Davico
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