Innanzitutto: le piace il musical?
E' il sogno della mia vita!

Beh…allora l'intervista comincia nel migliore dei modi!
Solo che più invecchio… più ho paura di non farcela! Per fare il musical bisogna recitare, cantare, ballare: tutte cose che, senza presunzione, penso di saper fare…anche perché anni fa a Bologna con i gemelli Ruggeri, Vito, Albanese e altri ho fatto un musical per due mesi. E' stata una cosa entusiasmante, anche se limitata alla città di Bologna. Era uno spettacolo scritto da Daniele Sala e Francesco Freyrie, una cosa volutamente un po' "paesana", ma che anticipava comunque la passione per questo genere teatrale che adesso ha preso davvero piede in Italia. E ci pensavo proprio in questi giorni…ho paura che adesso ormai sia tardi. Non so se ce la farei a cantare e ballare tutte le sere…chissà! Certo mi piacerebbe molto, mi piacerebbe proprio tanto!

Ha visto qualche musical italiano?
Ho visto naturalmente "Grease", sia l'edizione con Lorella che quella di quest'anno; poi ho visto "Dance" con Paganini e mi è piaciuto moltissimo; come pure molto carino è stato "La Piccola Bottega degli Orrori". Mi piace proprio questo tipo d'impostazione data da Marconi agli spettacoli. Certo mi farebbe proprio piacere avere la possibilità di provarci anch'io…prima d'invecchiare del tutto!

E all'estero?
A Londra e a New York credo di aver visto praticamente tutto, da vero appassionato. Dai più classici ai più recenti. Non ho ancora avuto l'occasione di tornare ultimamente a New York dove vorrei vedere "The Producers" di Mel Brooks. Ezio (Greggio n.d.r.) mi aveva anche chiesto se volevo comprarne i diritti, visto che Mel è un suo grande amico… poi non ne abbiamo più parlato e adesso credo che in Italia ci abbia già pensato qualcun altro… non so. In America è stato un successo senza precedenti. Sarebbe davvero bello farne una versione italiana.

Il musical che ricorda maggiormente?
"Il fantasma dell'Opera" a Londra. Ecco: vorrei farne uno così! (risata) . Anche per il personaggio mi sento giusto…ho il "physique du role "…Io non riesco a capire come facciano. Penso che in Italia non ci siano proprio le strutture per fare uno spettacolo così… Però penso che la strada inziata con "Dance" sia quella giusta: bisogna continuare a scrivere dei musical nuovi, italiani, oltre a mettere in scena quelli inglesi o americani.

E in Italia pensa che sia giusto tradurre i testi delle canzoni?
Credo di sì, a patto che le versioni siano ben fatte. Ed è certamente un'operazione difficile. Però penso che dovendo raccontare la storia la traduzione sia indispensabile.

Allora buon lavoro e …speriamo di poterLa applaudire presto in musical!
Grazie. Confermo che mi piacerebbe davvero molto!