MARTA BELLONI: SOGNO UN MUSICAL ANCHE ALL'ESTERO
Durante una tappa del musical "Fame" al Teatro Masini di Faenza Morena ha incontrato la protagonista dello spettacolo Marta Belloni. Ecco cosa le ha raccontato nel camerino del Teatro in una pausa dalle prove.

D. Ciao Marta, sei giovanissima ma hai già all'attivo un ruolo da protagonista in un musical che riscuote dal 2003 un notevole successo; una bella soddisfazione immagino. Com'è iniziato il tuo percorso artistico?
R. Grazie, è una splendida soddisfazione! Il mio percorso artistico è iniziato a 5 anni quando chiesi a mia madre di iscrivermi a danza. All'inizio non fu molto contenta di questa mia richiesta perché, essendo piccola, non voleva che avessi dei vincoli con gli orari. Preferiva che fossi libera. Alla fine cedette e quando iniziai la scuola elementare m'iscrisse al corso di danza classica. Vi rimasi fino ai 9 anni e poi m'iscrissi alla scuola "Coconut Studios" dove iniziai a studiare danza jazz. A 15 anni poi ho iniziato a frequentare la scuola "Danza e Movimento" di Milano.

D. Col diploma dovesti decidere quale strada proseguire.
R. Esatto. Dopo aver conseguito il diploma dovetti scegliere se iscrivermi alla Facoltà di interpreti o traduttori oppure  all'Accademia "E Adesso Musical": un corso triennale nato nella scuola di "Danza e Movimento" e gestito allora da Paola Olivieri e Manuel Frattini. Oggi si chiama "MTS " e la direzione artistica è di Simone Nardini. Optai alla fine per quest'ultima.

D. Subito dopo esserti diplomata presso l'"MTS" è arrivato il tuo primo lavoro teatrale.
R. Precisamente. Fui scelta come ballerina per il musical "Kiss me, Kate" e ne conservo un bel ricordo, sia per le splendide coreografie di Stefano Bontempi sia per il bel clima che c'era nel gruppo.

D. Ti ricordi la tua prima audizione?
R. Certamente. Facevo il primo anno di accademia e me ne andai a Roma per fare l'audizione di "Grease" il musical della Compagnia della Rancia. Ricordo molto bene quanta gente c'era, l'emozione e l'adrenalina che avevo in corpo. Superai le prove di danza, canto e recitazione, però alla fine non mi scelsero. Ero contenta lo stesso perché ero arrivata alla fine della mia prima audizione e non mi avevano scartata subito.

D. Come ci si prepara ad un'audizione?
R. Ci si prepara facendo molto allenamento fisico, poi scegliendo i pezzi da portare per il canto e la recitazione in base allo stile del musical. A volte le compagnie indicano quali brani portare ma puoi portarne anche altri: basta che ti stiano bene addosso.

D. Veniamo a "Fame" dove interpreti la protagonista Carmen Diaz. Che cosa ti ha regalato Carmen e che cosa hai regalato tu al personaggio?
R. Carmen è uno splendido personaggio e sono contenta di interpretarlo. Mi ha permesso di tirare fuori lati della mia personalità che non conoscevo come la grinta e la sensualità. A Carmen ho dato, o almeno spero di aver dato, la sensibilità.

D. Qual è la scena che ti emoziona maggiormente?
R. Direi quasi tutte. C'è, nel secondo tempo dello spettacolo, un'escalation di emozioni che mi colpiscono particolarmente: dal rapporto con Schlomo che cerca di trattenere Carmen nella scuola, alla scena della sua morte. Quando interpreto la canzone che precede la morte di Carmen mi emoziono molto.

D. C'è una scena in cui ti diverti di più?
R. Quella ambientata nella mensa della scuola dove Carmen sogna di diventare una grande star e mi diverto a giocare, ballando e cantando, con tutto il cast.

D. Questo spettacolo per te è...Completami tu la frase.
R. Questo spettacolo per me è una grande palestra e un sogno realizzato.

D. Di recente sei stata assistente coreografa nel musical "Cuore di cane" in scena al Teatro Nazionale di Milano nel mese di ottobre. Che cosa ricordi di quest'esperienza e che cosa ti ha dato?
R. Ricordo il grande lavoro per la preparazione degli artisti. Essere stata l'assistente alle coreografie di Stefano Bontempi è stata la realizzazione di un sogno perché Stefano è un grande coreografo che ho conosciuto durante l'audizione per il musical "Promesse, Promesse" e da allora ho sperato di lavorare con lui. Per me era nuovo gestire altre persone ed essere d'esempio nell'eseguire un movimento coreografico o un passo di danza. Inoltre quest'opportunità mi ha permesso di lavorare a fianco del regista Bruno Fornasari e spero che capiti ancora perché è molto bravo ed è una splendida persona.

D. In un futuro ti piacerebbe continuare come assistente coreografa?
R. Non mi dispiacerebbe affatto.

D. Oltre al teatro sei stata anche in televisione come ballerina. Che differenza c'è tra la danza televisiva e quella teatrale?
R. Partecipai come ballerina al programma "Ci vediamo in TV" condotto da Paolo Limiti dove le coreografie erano curate da Anna Rita Larghi e Gllian Bruce. Le diversità della danza televisiva rispetto a quella teatrale sono la mancanza dell'applauso finale, la breve durata dei balletti e la "stranezza" di sorridere ad una telecamera quando sei abituato a sorridere ad una platea di persone.

D. Nel settore teatrale a cosa vorresti fosse dato più risalto?
R. Al tip-tap. Mi piacerebbe che fosse più presente sia nelle scuole di danza sia negli spettacoli teatrali. Il tip-tap è un tipo di danza che ti permette di danzare con stile ed emettere suoni con i piedi. Semplicemente fantastico.

D. C'è un musical che ti piacerebbe poter interpretare?
R. Ce ne sono molti ma in particolare mi piacerebbe interpretare "Fosse".

D. Hai già altri progetti imminenti?
R. Sì: farò parte del corpo di ballo di "Toc Toc... a time for musical", lo show con Manuel Frattini e la regia di Mauro Simone, che debutterà a marzo a Milano.


D. Siamo alla fine dell'intervista. Qual è il prossimo obiettivo che vorresti raggiungere?
R. Diventare una brava cantante, una brava attrice e magari andare all'estero a lavorare...chiedo troppo?

L'intervista si conclude qui perché Marta deve tornare alle prove. La ringrazio per la sua gentilezza e disponibilità.

Morena Pompignoli