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Michel AltieriMICHEL ALTIERI: NON SOLO MUSICAL, MA ATTORE A TUTTO CAMPO
A Milano presso il Teatro Nuovo nello scorso mese di dicembre è andato in scena il musical "Mambo y Salsa" con la regia di Giacomo Frassica. Prima dell'inizio dello spettacolo la nostra Morena ha incontrato il protagonista Michel Altieri .

D. Michel, scorrendo il tuo curriculum si rimane sorpresi perché sei giovanissimo ma hai all'attivo tantissime esperienze nel settore del teatro, del cinema ed anche come cantante. Quando ti sei avvicinato alla recitazione?
R. Effettivamente hai ragione. Credo di aver iniziato a recitare forse in un'altra vita perché fin da piccolo ho avuto delle illuminazioni che mi hanno fatto capire che dovevo percorrere questa strada. Comunque ho iniziato a 10 anni con dei concorsi per attori. In seguito ho frequentato la scuola del Piccolo di Milano dove Narcisa Bonati mi ha plasmato nella prosa.

D. La tua formazione artistica vede due tipi di scuole: quella "italiana" e quella "americana". Me ne potresti parlare?
R. Certamente. A New York ho studiato con Anna Strasberg e Dennis Hope. Anna Strasberg mi ha insegnato l'immedesimazione nel personaggio, l'analisi dentro di sé e poi a piangere e a ridere in scena attingendo alla memoria sensoriale. Ti faccio un esempio: Dennis Hope mentre parlava a noi allievi piangeva e rideva a comando. Per quanto riguarda la scuola "italiana" è l'antitesi di quella americana e mi è stata svelata da Tato Russo. La credibilità del "distacco", del convincere il pubblico facendo finta di piangere con lo scopo di incantare il pubblico. Tato Russo è il mio padre artistico e pochi sanno che a Londra è stato inserito, insieme ad Al Pacino, al Globe Theatre Museum, come uno dei più alti rappresentanti di Shakespeare di tutti i tempi.

D. C'è un insegnamento, fra i tanti che hai acquisito, che usi sempre?
R. Mai recitare per se stessi ma da se stessi.

Michel AltieriD. Lo spettacolo che ti ha fatto conoscere come protagonista nel settore del musical è stato "Rent" prodotto da Luciano Pavarotti e Nicoletta Mantovani con la regia di Michael Greif e Fabrizio Angelini (questo spettacolo tornerà in scena al Teatro Nazionale di Milano dal 31 gennaio , ndr). Com'è avvenuto quest'incontro?
R. Premetto che il mio inizio nel musical lo devo a Emiliana Perina con la quale ho passato ore ed ore al pianoforte. Per quanto riguarda Luciano Pavarotti non potrò mai dimenticare il fatto che mi scelse tra 1.000 provinanti e pensa che prima ancora di cominciare le prove di "Rent" mi convocò ad agosto nella sua villa a cantare insieme a lui i miei pezzi. Lui mi insegnava le tecniche per creare l'equilibrio tra tecnica e comunicazione.

D. Che cosa ti ha regalato "Rent"?

R. "Rent" è stata un'esperienza indimenticabile che mi ha lasciato grandi emozioni ma purtroppo quest'anno per altri impegni non ci sarò e me ne dispiace. In questo musical interpretavo Collins un ragazzo malato di Aids e mi ricordo che a teatro venivano a vedere lo spettacolo persone malate di questa terribile malattia ed a fine spettacolo venivano nel mio camerino per complimentarsi con me per le emozioni che avevo trasmesso.

D. Dopo "Rent" un altro musical importante per te è stato sicuramente"I Promessi Sposi" con la regia di Tato Russo...
R. Esatto. Per quel ruolo c'erano tre candidati ma alla fine scelsero me e ne fui molto contento.

Michel AltieriD. A febbraio porterai in scena "Il Ritratto di Dorian Gray"". Dorian è un personaggio molto diverso rispetto a Renzo, come lo hai preparato?
R. Con questo musical tento di restituire alla platea un modo per riflettere, scavando nel tormento dell'apparenza contemporanea, alla ricerca della dimensione dell'anima. Per dare vita a Dorian ho attinto dalla vita mia e degli altri, dai libri che leggo, dall'arte in generale che studio. Dorian è tutto. E' l'angelo caduto e il demone. E' la repressione e l'aggressione di un'anima in fuga. Mi sono ispirato all'iconografia della pittura di Durer, al dandysmo glaciale del David Bowie dei tardi anni '70 e alla versione moderna del romanzo dello scrittore inglese Will Self in cui si delineano i dettagli malsani che Wilde invece lasciava solo intuire. Nel cinema muto inizio '900 di Dreyer ho trovato infine il materiale per delineare intensità espressiva e postura, scoprendo la stessa "illuminazione a pioggia" che ho in scena.

D. Che cosa apprezzi di più in questo personaggio?
R. Ne apprezzo tutto: sia gli errori che la scelta finale.

D. Hai interpretato diversi personaggi tra prosa e musical. A quale sei più legato?
R. Mi piace molto Rocco protagonista di "Rocco e i suoi fratelli" dal film di Luchino Visconti perché è un eroe fragile, l'antitesi dei miei soliti personaggi "d'impatto", dunque una grande sfida.

D. Ora sei in scena al Teatro Nuovo di Milano con il musical "Mambo y Salsa" con la regia di Giacomo Frassica. Chi interpreti in questo spettacolo?
R. Sono molto contento di lavorare in questo musical per due motivi. Il primo perché ho un bel ruolo cameo e canto brani che non sono del mio repertorio, mentre il secondo motivo è la possibilità di lavorare in questo teatro che amo. Interpreto un ragazzo semplice che è innamorato di una ragazza (interpretata da Mara Mazzei, ndr) la quale ha una grande passione per i balli latino-americani; lui però non sa ballare. Dopo un'ennesima litigata decide di lasciarla e lei parte da sola per una crociera che la porterà fino a Puerto Rico e lì sarà ...magia.

D. Prima di finire l'intervista veniamo al cinema. Attualmente sei impegnato nella realizzazione di un film molto importante, giusto?
R. Verissimo! Sto girando a Cuba un film sugli attentati di Posada Carriles con la regia di Angelo Rizzo e un cast internazionale (Peter Weller, George Lorros, Elizabeth Rivero Ruiz, ndr) dove io sono l'unico italiano. Questo film narra la storia realmente accaduta di Fabio Di Celmo, imprenditore italiano, morto a Cuba nel 1997 in uno degli attentati della mafia anticubana capeggiata da Posada Carriles.

D. Che cosa ti ha colpito nell'interpretare questo ruolo?
R. Girando le scene nei luoghi dove è successo il fatto ho rivissuto emozioni molto forti. Queste emozioni sono riuscito ad esprimerle grazie al regista ed al padre del giovane morto, che era  presente durante le riprese.

D. Per concludere, che differenza c'è tra un attore di teatro ed un attore di cinema?

R. Speravo che mi facessi questa domanda! Esistono due sole categorie di attori: quelli bravi e quelli incapaci. Non "di teatro" o "di cinema". Un attore intelligente si rapporta a ciò che intende comunicare e si dosa a seconda che sia davanti ad una macchina da presa o ad una platea di dieci o duemila persone. Tutto qui. In Italia oggi c'è un pregiudizio assurdo per chi si fa le ossa in teatro. Siamo discriminati, questa è la verità.

L'intervista si conclude qui perché Michel deve andare a provare. Lo ringraziamo per la gentilezza e disponibilità.

Michel Altieri

Mentre stavo uscendo dal camerino di Michel Altieri incrocio il regista Giacomo Frassica e lo fermo per due domande...

D. Ciao Giacomo, questo è il tuo secondo musical: come ti senti a pochi giorni dal debutto?
R. Emozionato e molto teso ma anche felice di riportare in teatro un genere di ballo che amo molto e che pratico da tanti anni.

Michel AltieriD. Com'è è nato questo spettacolo?
R. Questo spettacolo nasce sulla scia de "I Re del Mambo" che ebbe un successo maggiore delle aspettative e, come penso ti avrà già detto Michel, narra la storia d'amore di due giovani che si sviluppa in Italia ed a Puerto Rico.

D. Come sono le scenografie ed i costumi di questo spettacolo?
R. Premetto che non avendo alle spalle una grossa produzione abbiamo dovuto un po' limitarci sotto questi aspetti ma in ogni caso abbiamo cercato di ottenere un buon risultato. Per quanto riguarda la scena c'è un fondale che evoca Puerto Rico con le sue luci ed i suoi colori alternato ad un fondale per le scene in Italia. Devo ringraziare Raffaele Perin per lo splendido disegno luci che ha realizzato. Per quanto riguarda i costumi sono molto colorati, eleganti con paillettes e piume.

Michel AltieriD. Cosa vorresti che regalasse questo musical a chi lo viene a vedere?
R. Vorrei vedere, alla fine dello spettacolo, gente serena, felice e magari con la voglia di alzarsi dalle poltrone ed iniziare a ballare.

In bocca al lupo a Giacomo ed a tutta la compagnia.
 

Morena

Morena Pompignoli

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Copyright ©2006 musical.it  13/01/2006, ore 11,00





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