ALESSANDRO
PREZIOSI: IO E CRISTOFORO COLOMBO
Sicuramente invidiata da tutte le nostre lettrici,
Morena ha incontrato, nei camerini del Teatro Politeama
Genovese, Alessandro Preziosi, impegnato nel musical "Datemi
3 Caravelle" (le date del tour nella nostra rubrica "On
Stage"). Ecco l'intervista realizzata a pochi minuti
dall'entrata in scena.
D. Ciao Alessandro, com’è nata l’idea di
portare in scena un musical su Cristoforo Colombo?
R. L’idea è
nata dagli autori del testo Pennisi e Durante, dal produttore
Mattei e dalla Khora, la mia società di produzione. Ritengo un
musical adatto alle mie inclinazioni recitative. Avendo
già interpretato testi di Eschilo e Shakespeare, ho voluto
proseguire su testi impegnativi puntando però l’attenzione su un
target di pubblico che, oltre agli adulti, comprendesse
anche i bambini. Questo musical vuole far riscoprire la fede verso Dio in un periodo,
questo, dove c’è un forte scetticismo. E’ un musical che vuole
ridare speranza.
D. Ci sono delle caratteristiche di Cristoforo Colombo che hai
ritrovato in te?
R. Tutte le caratteristiche di Colombo le rivedo in me. Il
personaggio insegna all’uomo a vivere meglio, a credere nei
sogni. Per come è stato scritto c’è una fortissima dimensione
spirituale. Mostra un uomo solo contro tutti che riesce a
lottare per il suo sogno con l’aiuto della fede. Il musical si
apre con una domanda che Cristoforo Colombo si pone: “La fortuna
esiste oppure è l’uomo che con la sua abilità e intuizione
riesce a realizzare i suoi sogni?”. Colombo crede nell’intuito e
ritiene che la sfortuna appartenga ai pagani.
D. Che cos’è l’intuizione?
R. L’intuizione è l'anticamera dei sogni. L’intuizione rende
l’uomo libero.
D. Quali sono le caratteristiche caratteriali del tuo Cristoforo
Colombo?
R. L’arroganza, perché vuole fare un viaggio verso l’ignoto, e la
flessibilità nel superare le dure prove che la vita gli pone sul
suo percorso.
D. In questo musical in scena con Cristoforo Colombo c’è una
nuova figura: suo figlio Diego (interpretato da Jacopo Sarno,
ndr). Che cosa rappresenta?
R. Diego, il figlio di Colombo, è la proiezione verso il futuro
dell’uomo. Colombo ama molto suo figlio, rimasto orfano della
madre, e vorrebbe potergli offrire un futuro migliore: all’inizio
ciò non è possibile.
D. Com’è la struttura scenografica dello spettacolo?
R. Molto particolare, ma premetto che dal debutto di Taormina
l’impianto scenografico è stato adattato per poter effettuare
una tournée invernale nei teatri e quindi in spazi più piccoli. Vi è un’unica scena dove nel centro c’è
una sfera che rappresenta il mondo e aprendosi diventa di volta
in volta la mia
casa in Portogallo o la locanda dove alloggio in Spagna. Poi vi è
la vetrata di una Chiesa simile al ponte di una nave che alla
fine dello spettacolo riserverà una sorpresa; ed infine il
castello con una rampa di scale da cui
lateralmente partono le funi che sostengono le vele. Sul
castello sono posizionati i troni del Re e della Regina di
Spagna.
D. Qual è la scena che ti emoziona di più interpretare?
R. Senza dubbio il monologo finale.
D. Se ti chiedessi di riassumere questo spettacolo
con tre aggettivi...
R. Intuizione, scetticismo e speranza sono le tre
caratteristiche di questo musical.
D. C’è un altro musical che ti piacerebbe fare?
R. Mi piacerebbe affrontare il seguito di Colombo e lo sto già
immaginando.
Il direttore di scena annuncia dieci minuti all’inizio dello
spettacolo e l’intervista finisce qui. Vorrei ringraziare tutta
la compagnia per la splendida accoglienza, l’Amministratore Aldo
Allegrini e Cristina Orazi per la grande disponibilità e
cordialità.
Mi piace concludere con una frase del musical:”Ci sono
uomini nati con un orizzonte e faranno di tutto per poterlo
raggiungere. Questi sono uomini benedetti dal Signore...I sogni
non hanno coscienza di quanto siano importanti per noi
uomini...”.
Morena Pompignoli
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18/10/2005, ore 09,30