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PEPPE
VESSICCHIO: UNA VITA PER LA MUSICA
Questa volta l'instancabile Morena, ha intervistato per
noi il maestro Peppe Vessicchio.
Martedì 4 ottobre sono stata invitata dalla produzione di "FOOTLOOSE"
ad assistere alle prove al Gran Teatro di Roma. In quest'occasione
ho intervistato il MAESTRO PEPPE VESSICCHIO.
DOMANDA. Quando ha incontrato la musica per la prima volta?
RISPOSTA. L'ho incontrata molto tempo fa grazie a mio fratello.
Erano i primi anni '60 quando mio fratello suonava - suona
tuttora a livello amatoriale -la chitarra e la fisarmonica. A
quei tempi a casa nostra non avevamo il "giradischi" e la
musica... la facevamo noi. Era molto bello e conservo dei
ricordi splendidi.
D. Ricorda quale fu la prima canzone che le fece ascoltare
suo fratello?
R. Sì, certo. La prima canzone che mi fece ascoltare mio
fratello, e che eseguiva più spesso, fu "GIOCHI PROIBITI" per
sola chitarra. La suonava con un suo amico nei pomeriggi e
ricordo che mi piaceva molto ascoltarla.
D. La musica è sempre presente nella sua vita. Che cos'è per
Lei?
R. La musica è la mia via preferita. La strada più sicura dove
mi viene facile incontrare persone e comunicare. E' un luogo
rassicurante.
D. Qual è stato il primo lavoro artistico che ha realizzato?
R. Iniziai subito come arrangiatore. Per il primo lavoro, che
consisteva nel realizzare un brano per ADELMO FERRARI (in arte
ADELMO BONOCORE), non fui pagato. Mentre la mia prima
commissione, quella che mi ha fruttato il primo guadagno, fu la
realizzazione di un LP per PEPPINO GAGLIARDI. Eravamo circa
negli anni '80.
D. Come nascono Le sue composizioni?
R. Dunque. Nella mia vita ci sono state due fasi. Nella prima
ero alla ricerca di un mondo che sognavo, lontano dalla realtà
in cui vivevo. Il linguaggio che adottavo era nord-sud
americano. Poi è subentrata la seconda fase. Ora cerco elementi
che siano aderenti a quello che vivo, che vedo e che mi
appartiene come storia. C'è un ritorno alle mie radici
napoletane.
D. Il 4 marzo del 1997 al Teatro Nuovo di Milano debuttava "GREASE".
Che cosa provò quando Le proposero di lavorare a questo
progetto?
R. Premetto che il mio concetto di musical era più classico. I
miei preferiti erano BERNSTEIN, PORTER e avevo qualche dubbio su
"Grease". Dubbi soprattutto sulle musiche esageratamente anni
'50. Vedi, "Grease" nacque come parodia di quel periodo: dal
modo di pettinarsi a quello di vestirsi. I miei dubbi rimasero
fino alla "prima" dello spettacolo e dopo mi sono ricreduto su
quel linguaggio teatrale.
D.
Arriviamo a "FOOTLOOSE". Come si è svolta la preparazione dei
ragazzi e specialmente di Leon.
R. Mi ricordo ancora quando durante le audizioni Maria De
Filippi mi prese da parte e mi chiese se Leon poteva farcela
come protagonista. Io sbiancai e Le chiesi 30 minuti per capire
se aveva le possibilità canore. Dovevo verificare se poteva
farcela vocalmente, a livello di musicalità e se aveva
attitudini al linguaggio musicale. Capì che poteva ma Leon mi
avrebbe dovuto promettere di studiare canto per tre mesi in modo
intensivo. Lo affidai a FISCHIETTI di Milano per la parte
tecnico-vocale e poi mi avvalsi di un Maestro ripassatore: PINO
PERRIS che avrebbe diretto anche l'orchestra.
D. Questi due musical che soddisfazioni le hanno regalato?
R. Per "FOOTLOOSE" sicuramente Leon perché ha fatto grandi
progressi nel canto. Per "GREASE" il fatto che alla prima andò
tutto bene. Vedi, con i primi banchi digitali, durante le prove
non funzionava nulla. Quindi quando vidi che andò tutto liscio
ne fui davvero soddisfatto. Un'altro splendido ricordo è quello
che mi lega a LORELLA CUCCARINI. Lorella l'ho conosciuta nel
1985 al FANTASTICO in cui c'era anche STEVE LA CHANCE. Pensa che
quando cantava era un disastro perché era alle prime armi ma poi
ha studiato molto, anche negli STATI UNITI, ed ha fatto grandi
progressi. Lorella è un grande esempio di volontà che unita a
doti mai esercitate da' risultati incredibili.
D. A proposito di Lorella, il 5 maggio del 2006 torna in
teatro con "SWEET CHARITY" con la regia di SAVERIO MARCONI al
Teatro della Luna di Assago: vorrebbe mandarLe un messaggio?
R. Certamente. Le auguro di divertirsi così come ha fatto fino
all'ultima replica di "GREASE". Non ho mai visto nessuno vivere
il Teatro con una tale gioia, serenità ed equilibrio e tutto
questo porta benefici anche all'intera compagnia.
D. Quando ascolta qualcuno cantare cosa La deve colpire nella
voce?
R. Il timbro per me è la base. Il suono che una persona emette è
già un preludio; però il suono deve essere collegato al cuore ed
al cervello.
D. Lei insegna nella Scuola di Amici. Vorrebbe dare un
consiglio ai cantanti che sono già usciti e che ne usciranno?
R. Volentieri. Vorrei dire loro che fuori è peggio di dentro. I
problemi cominciano quando qualcuno vi dice che siete pronti. In
quel momento entrate nella competizione e se avete scelto un
linguaggio per esprimervi... amatelo, perfezionatelo,
divertitevi, vivetelo con passione e lui vi aiuterà.
L'intervista si conclude qui perché il Maestro Peppe Vessicchio
deve andare a provare con i ragazzi. Lo ringraziamo davvero di
cuore per la sua disponibilità.
Morena Pompignoli
Copyright ©2005 musical.it
06/10/2005, ore 18,45
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