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Pietro GarineiL'OMAGGIO A PIETRO GARINEI DAL MONDO DELLO SPETTACOLO E DALLA SIAE
Per ricordare Pietro Garinei la SIAE, la Società Italiana Autori ed Editori, indice un Premio per l'autore italiano di una commedia musicale, intitolato alla sua memoria. Lo ha  annunciato il presidente  Giorgio Assumma. "Garinei - ha dichiarato - si e' sempre dimostrato sensibile ai diritti degli autori, partecipando alla vita della SIAE. Ha ricoperto importanti ruoli nella Società, impartendo lezioni di stile e di ironia che non dimenticheremo".

Oggi dalle ore 15.00 alle 18.00, nella sala della Protomoteca in Campidoglio sarà allestita la camera ardente. Il sindaco Veltroni e l'assessore Gianni Borgna la raggiungeranno alle 17. La commemorazione funebre sarà tenuta da Pippo Baudo. I funerali si terranno invece giovedì alle 11 a Roma, a Santa Maria del Popolo, in piazza del Popolo.

Ieri sera, prima dell'inizio di "Sweet Charity", Lorella Cuccarini ha ricordato commossa Pietro Garinei "il papà di tutti noi che facciamo questo lavoro", ed il pubblico che gremiva il Teatro della Luna ha tributato un lungo applauso al grande uomo di spettacolo.

L'articolo di Maurizio Porro sui "Corriere della sera" di oggi:

The show must go on , ormai solo nei ricordi. Pietro Garinei ci lascia e chiude il sipario su un'epoca, toglie la passerella, spegne le paillettes. Se ne va col rimpianto di non aver potuto riallestire «Ciao, Rudy» e con un progetto di musical con la Melato. Quando l'attrice gli ha detto sì, il patron, già in clinica, ha risposto al telefono: «Mi hai ridato la vita». Se ne va sull'eco delle migliaia di risate fatte fare al pubblico in 60 anni di carriera: dopo i successi tv era uno di famiglia. Siamo orfani del nostro Ziegfield, che a sua volta nel '77 rimase orfano della sua metà, Sandro Giovannini. Oggi il simbolo, le manine intrecciate, si riallacciano. E’ morto a Roma, all’ospedale Forlanini. Oggi la Camera ardente in Campidoglio, domani i funerali nella chiesa di S. Maria del Popolo.

PERFEZIONISTA - Dopo la scomparsa dell'amico, Garinei, teatrante discreto e perfezionista che viveva ormai al Sistina, la sua unica e vera casa, non usciva in scena a ringraziare. E raramente si materializzava: fu con Baudo per i 50 anni della tv al cui varietà Garinei & Giovannini diedero un contributo di classe con la «Canzonissima» del '60 con Scala, Manfredi, Panelli e il mitico «Musichiere» con Mario Riva, mentre per la radio scrissero successi come «La Bisarca» e «Caccia al tesoro».
Vecchissimi tempi. Il triestino Garinei, classe 1919, è stato il fondatore del teatro leggero italiano («ma non è leggero, è pesantissimo» diceva), di cui conosceva ogni segreto, da regista perfetto: per merito suo e di Giovannini l'avanspettacolo si è fatto varietà, il varietà rivista, la rivista commedia con musiche, infine musical. Crearono un divertimento per tutti con gran professionismo, lanciando innumerevoli personaggi, ultima la Ferilli. E pensare che Garinei doveva fare il farmacista, come i suoi, ma caso volle che nella redazione del «Corriere dello Sport» incontrasse un giorno Giovannini: fu lì che cambiarono le nostre serate.
Erano due giornalisti in libera uscita con un forte senso della satira: nel '44 fondarono «Cantachiaro», giornale umoristico e poi show in teatro, con la Magnani, Viarisio e Sordi che faceva il Balilla e lo yankee, fra polemiche politiche. Questa sarà d'ora in poi la «pregiata» ditta, che nel '45 presenta «Soffia so'» con la Magnani.

CENTRISTI - Si disse che G. & G. furono qualunquisti, accomodanti, centristi: la risata è spesso al di là di classi e partiti, ce n'era per tutti. Facendo teatro sotto le bombe, si calcola che in 18 mesi i due scrissero 6 riviste. Da qui inizia la storia ufficiale, con le grandi regole del varietà: il grande show, illusione di eleganza e fasto kitsch nell'Italia povera, quando i costumi e le scale della Wanda erano il diagramma del sogno. La Wandissima: nel '46 «Si stava meglio domani» costò 5 milioni: uno sballo, ma il kolossal fu «Grand Hotel» in cui la soubrette cantava il suo inno «Sentimental», scendendo da una scala da 40.000 lire al gradino, 5 minuti di applausi, i biglietti a 6000 lire. Raccontano a puntate nelle loro commedie musicali la storia d'Italia piccolo borghese, da Billi e Riva alle surreali filastrocche di Rascel al maliardo Dapporto, ironizzando su eventi (il caso Sagan in «Buonanotte, Bettina», le nozze Grace e Ranieri in «Carlo non farlo»).
Rassicuranti, i loro slogan: aggiungi un posto a tavola, c'è un po' di cielo, domenica è sempre domenica, la vita comincia ogni mattina. Il pubblico torna a casa contento. Hanno tale slancio che arrivano a Broadway col capolavoro «Rugantino», commedia dell'arte: con Manfredi (poi Montesano, poi Mastrandrea), la Massari (e la Vanoni) e il grande Fabrizi. Il loro best seller «Aggiungi un posto a tavola» girò il mondo, Dorelli lo recitò a Londra. Segreto e portafortuna era avere in ogni spettacolo un animale in scena: il cavallo o la scimmia per Rascel, un cammello per la Wanda, una colomba.
Fu con Rascel, con «Attanasio cavallo vanesio» e con «Alvaro piuttosto corsaro» che iniziò la rivista col filo conduttore. «Rinaldo in campo» porta i garibaldini Modugno, Scala, Panelli e Franchi e Ingrassia a Parigi. La perfezione registica e spettacolare dipendeva anche dalla qualità dei collaboratori: Coltellacci, Landi, Kramer che componeva motivi fischiettati da tutti («Domenica è sempre domenica», «Soldi, soldi, soldi»), il Quartetto Cetra, ciliegina di classe sulle torte di Garinei e Giovannini, e Trovajoli, altro evergreen («Roma non fa la stupida stasera») oltre agli autori Terzoli e Vaime, Fiastri e Magni, Wertmuller.
Con i due maghi della rivista sfilano in passerella comici e soubrettes: Tina de Mola, la Medini, la giovane Masiero che litiga sul nome al neon e canta «Luna sanremese» col giovane Testori. Lavorano tutti con G & G, da Macario a Dapporto ai giovani come Lionello e Dorian Gray («Made in Italy»), mentre «Giove in doppiopetto» consacra Delia Scala.

SCOPERTE - I titoli sono centinaia. Chi ama Walter Chiari e la Mondaini ricorda «Un Mandarino per Teo», per non dire dell'esclusiva ventennale con Bramieri, di Dorelli, Montesano («Bravo!»), Jannuzzo e Brignano, l'ultima scoperta. Seppero far ballare e cantare rivistaioli come Carotenuto e la Merlini e attori di prosa, da Tedeschi alla Valeri, da Salerno con le Kessler a Proietti nell'anno Mille con Rascel e la Melato in «Alleluja, brava gente». Convinsero Mastroianni a fare Valentino in «Ciao Rudy» (ripreso da Lionello), a Noschese prepararono su misura «La voce dei padroni». Dorelli, in abiti talari, è il jolly del secondo tempo della carriera dei due G. Nel '74 il successo di «Aggiungi un posto a tavola» supera ogni record; e poi le pochade british , «Niente sesso siamo inglesi» e «Taxi a due piazze». Se Giovannini era il temperamento focoso, Garinei era quello che bilanciava. La sua professionalità era impressionante, prova ne sia «Vacanze romane» con Ghini e la Autieri. Pochissimi i flop, metti un musical da Molière con Bramieri e «L'uomo che inventò la televisione» con Baudo. Il resto è stata tutta una festa.
 

Copyright ©2006 musical.it  10/05/2006, ore 10,45 





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