
CESARE BOCCI: SPERO DI EMOZIONARE E DIVERTIRE IL
PUBBLICO
Questa volta Morena ha incontrato Cesare
Bocci, l'attore partner di Lorella Cuccarini in "Sweet
Charity".
Domanda. Ciao Cesare, hai da poco
debuttato al Teatro Della Luna di Milano, con il musical "Sweet
Charity" al fianco di Lorella Cuccarini e con la regia di
Saverio Marconi. Chi è Oscar Lindquist, il tuo personaggio?
Risposta. Oscar è un personaggio che io amo moltissimo e che mi
diverto molto ad interpretare. E' tenero con una grande carica
di entusiasmo e d'amore. E' la parte complementare di Charity
Hope Valentine. Di Oscar, durante lo svolgimento della storia,
verranno fuori le sue paure, la sua claustrofobia e
l'oppressione che gli provocherà il passato di Charity.
Purtroppo, proprio a causa di questa oppressione commetterà un
errore molto grave.
D. Posso chiederti quale sarà quest'errore?
R. No, per saperlo devi venire a teatro. Ti posso dire, però,
che se ne pentirà subito.
D.
Se tu dovessi descrivermi Oscar usando un aggettivo, quale
utilizzeresti?
R. Non è facile... però direi romantico e aggiungerei anche un
po' ingenuo. Se vuoi ti racconto il perché!
D. Certamente! Sono curiosa.
R. C'è una scena durante lo spettacolo dove Oscar dice a
Charity:"Dimenticavo, questo mazzo di fiori è per te. L'ho preso
dal mio vaso di fiori!". Vedi, in questo punto ha commesso una
gaffe a causa della sua ingenuità.
D. Com'è nato il personaggio di Oscar Lindquist su Cesare
Bocci?
R. Il personaggio è nato su di me con un lungo lavoro fatto con
Lorella Cuccarini e Saverio Marconi dove nella costruzione del
personaggio ho portato qualcosa di mio e del mio bagaglio
professionale.
D. C'è differenza tra il tuo Oscar e quello interpretato nel
film del 1969 da John McCartin?
R. Il mio Oscar è, logicamente, diverso da quello
cinematografico anche se hanno in comune la stessa linea
drammaturgica.
D. Che cosa ti piace di Oscar?
R. Caratterialmente di Oscar mi piace tutto, soprattutto quella
sua innata capacità di fare errori a causa della sua ingenuità.
D. Qual è la scena che ti emoziona di più?
R. La scena che mi emoziona maggiormente è quella finale dove
con Lorella in ascensore cantiamo "L'uomo con più fegato" e
attraverso questa canzone ci dichiariamo il nostro amore.
D. In questo musical lavori con Lorella Cuccarini. Com'è come
compagna di lavoro, Lorella?
R. Lorella è straordinaria. Sul palcoscenico stupisce per la sua
bravura, il suo talento e la sua precisione. E' capace di
ripetere una scena diverse volte finché non ne è convinta anche
se è stanchissima. Ma la cosa che sorprende di più è il fatto di
essere sempre sorridente. Una perfetta compagna di lavoro.
D. Questo musical segna il tuo ritorno nella Compagnia della
Rancia dopo molti anni. Infatti tu ne sei stato uno dei soci
fondatori. Che effetto ti ha fatto tornare dopo tanto tempo?
R. E' una sensazione bellissima per me dopo tanti anni, come
dicevi tu, tornare fra i miei amici e rivederli con la stessa
grinta di allora. Come Saverio che ha ancora più entusiasmo di
quando l'ho lasciato e ... anche qualche capello bianco in più!
D. Se ti chiedo di andare indietro nel tempo, agli inizi
dell'avventura della Compagnia della Rancia, cosa ricordi?
R. Era il 1983. Ricordo sei persone io, Saverio Marconi, Michele
Renzullo, Massimo Zenobi, Bruno Borraccini e Lella Eleonori che
credevamo in un sogno e cercavamo di farlo diventare realtà.
Ricordo il pulmino 850 della Fiat con impianto a gas di Alberto
detto "Mozzo" con il quale ci spostavamo per mettere in scena i
nostri primi spettacoli. Ricordo i primi sacrifici, le prime
soddisfazioni e l'entusiasmo per quello che facevamo.
D. Grazie per questo tuffo nel passato. Come ti sei
avvicinato alla recitazione?
R. Quando frequentavo l'Università facevo parte del gruppo
universitario di cinematografia e un giorno fu organizzata la
proiezione del film "Ogro" dove il protagonista era Saverio
Marconi. Per quell'occasione venne come ospite Saverio con Bruno
Borraccini ed al termine della proiezione Borraccini mi disse
che Saverio aveva aperto, a Tolentino, una scuola di recitazione
e mi chiese di farne parte. Io accettai molto volentieri perché
volevo approfondire quest'arte e poi la praticavo già col teatro
dialettale della mia città. Successivamente Saverio mi chiese di
diventare socio fondatore della Rancia. In seguito decisi di
andarmene a Roma e lasciai, oltre alla Compagnia della Rancia,
il mio lavoro per tentare la strada del cinema. Partii con una
valigia carica di paure e di speranze. Fortunatamente è andato
tutto bene.
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D. Quali sono le caratteristiche che bisognerebbe avere per
diventare un bravo attore?
R. Bisogna avere tecnica che si apprende studiando, talento che
invece devi avere e bisogna avere voglia di divertirsi.
D. Quali sono i tuoi progetti futuri?
R. Guarda, il principale per me ora come ora, è quello di
arrivare al 28 maggio con un pubblico che si è divertito e si è
emozionato con noi. Poi quel che sarà... sarà!
L'intervista si conclude qui ed io ringrazio Cesare Bocci per la
disponibilità e la gentilezza.

Morena Pompignoli
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