Alberto Crippa, la Stage Holding vuole sbarcare in Italia
partendo da Milano...
«Abbiamo studiato la situazione, il teatro Arcimboldi è uno dei
pochi in Italia a poter ospitare megaproduzioni come Lion King e
La bella e la bestia, che necessitano di una torre scenica di
notevoli dimensioni in altezza e in profondità».
L´Arcimboldi è del Comune: non crede che sarebbe uno scandalo se
ve lo desse gratis?
«Noi non chiediamo contributi. Al contrario, possiamo pagare un
affitto al Comune, possiamo coprire le spese fisse per la
gestione del teatro. Chiediamo solo di poter operare in
tranquillità e almeno per un anno e mezzo. Credo che valga la
pena considerare la nostra proposta, o anche quella di altri
operatori del musical. Altrimenti, per Milano sarebbe
un´occasione mancata».
Perché non vi siete fatti avanti prima ufficialmente?
«Non sapevamo granché dell´Arcimboldi. Così ci siamo
documentati, abbiamo letto pubblicazioni, sottoposto la
questione ai nostri architetti. E abbiamo scoperto che
l´Arcimboldi ha costi elevatissimi. I nostri esperti sono
rimasti stravolti quando hanno appreso, ad esempio, che l´aria
condizionata deve restare accesa incessantemente per mantenere
il legno, largamente utilizzato nel teatro, a una temperatura di
18-22 gradi. Forse, nel progettarlo, si è data più importanza al
design che alla funzionalità».
Voi, comunque, siete intenzionati a sborsare quelle cifre?
«Il teatro è bello, e non è giusto che resti chiuso. Ma non
credo che quei costi debbano essere caricati sulla cittadinanza.
Certo, offrire cultura è un´impresa meritoria, ma la città può
sostenere tali investimenti? La verità è che tutti vogliono gli
Arcimboldi, ma nessuno se lo può permettere economicamente».
A voi, invece, il denaro non manca.
«Siamo dei privati, dobbiamo raggiungere il punto di pareggio. E
stiamo attenti a come spendiamo. Sui costi del teatro abbiamo
letto cifre diverse ma, secondo l´esperienza che abbiamo
acquisito in Europa, la gestione per un teatro come l´Arcimboldi
non dovrebbe costare più di 1 milione e mezzo di euro. Dove la
Scala opera con 70 tecnici, noi siamo in grado di impiegarne 3 o
4».
Volete portare agli Arcimboldi anche "Mamma mia"?
«No, quel musical va bene per il Teatro Nazionale. Per ora non è
in cartellone, perché la sala non ha a nostro parere i requisiti
di sicurezza necessari. Abbiamo fatto causa al gestore (Gian
Mario Longoni, ndr.), ma speriamo di trovare un accordo».
L´assessore Zecchi ha detto che non vi convocherà al tavolo
degli Arcimboldi.
«Si sente così tranquillo a caricare sui cittadini 3 milioni di
euro a beneficio di pochi? Bisognerebbe chiedere alla gente. La
sua posizione non è allineata a quella del sindaco Albertini, al
quale ho sentito fare un´affermazione che condivido: la cultura
deve avere una sua redditività. Devono decidersi: vogliono fare
cultura, pesando sulle casse pubbliche, oppure vogliono
risolvere la questione economica?».
Pensa di entrare nella futura Fondazione?
«Se si vuole realizzare un sistema misto no. A mio parere non si
risolve il problema Arcimboldi mettendoci dentro di tutto un po´.
Significherebbe fargli perdere identità e posizionamento».