WEST SIDE STORY
Leonard Bernstein
Direttore d’Orchestra, Alpesh Chauhan
Regia, Federico Bellone
Scene, Hella Mombrini e Silvia Silvestri
Coreografie originali, Jerome Robbins
riprese da Fabrizio Angelini
Costumi, Chiara Donato
Luci, Valerio Tiberi
Traduzioni, Franco Travaglio
Allestimento in coproduzione
Teatro Carlo Felice – WEC World Entertainment Company
Bernstein era un musicista dalle due anime: quella colta, nutrita della grande tradizione sinfonica europea, e quella popolare, fatta di jazz, blues, songs di Gershwin e musica afro e ispanoamericana. West Side Story, il suo titolo più celebre, è il suo autoritratto: citazioni da Beethoven e passaggi spigolosi, moderni, si fondono con melodie be-pop e ritmi latini, dando vita a un “melting pot” che rispecchia in musica l’eterogeneità della cultura americana, giudicata dal kennedyano Bernstein un valore da difendere. Anche la vicenda sentimentale contiene un esplicito messaggio sociale: l’amore è una forza trasversale che va oltre le rivalità di parte. Come in Romeo e Giulietta, a cui la trama si ispira.
Nel 1957, a Broadway, i Capuleti e i Montecchi si reincarnano in due bande rivali che si contendono l’Upper West Side di Manhattan, i portoricani Sharks, a cui appartiene Maria, e gli americani Jets, di cui fa parte Tony. E anche se la ragazza, diversamente da Shakespeare, si salva, la morale non cambia: l’amore è destinato a soccombere davanti a chi non lo accetta come sentimento libero.
Definire West Side Story un musical è riduttivo: è teatro totale, che intreccia musica, canto, prosa e danza. Dopo il grande successo della stagione scorsa, il Carlo Felice ripropone il capolavoro di Bernstein nuovamente con le coreografie originali di Jerome Robbins, immortalate dalla celebre e pluripremiata versione cinematografica del 1961.