Un "Grease" nella più profonda era sovietica. Così si potrebbe definire il film "Stiliaghi", un musical anticonformista che sta sbancando i botteghini dei cinema russi. Ambientato nel 1955, nella Mosca kruscioviana che si apprestava a denunciare i crimini staliniani, è incentrato su quella che si può considerare la prima subcultura sovietica del dissenso: gli "stiliaghi", appunto, come venivano chiamati in modo spregiativo i giovani che abbracciavano la cultura americana nel look, nella musica, nel ballo. Diretto da Valeri Todorovski, 47 anni, sta diventando non solo un campione d’incassi (in due settimane ha superato i costi, pari a 15 milioni di dollari), ma anche un vero e proprio fenomeno di costume. E, secondo qualche critico cinematografico, anche un originale e coraggioso messaggio politico in un Paese dove il germe della protesta e dell’anticonformismo non ha ancora attecchito.