“Rugantino” è a Milano

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Scritto da: Redazione • 3 Aprile 2014
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Dopo lo straordinario successo dell’edizione 2010 Rugantino è tornato in scena anche in questa stagione con il volto, la voce e la verve di Enrico Brignano, ed ora è in scena a Milano al Teatro degli Arcimboldi dal 2 al 13 aprile 2014.

Accanto a lui un cast importante nei 20 ruoli e nei 20 solisti. Un grande sforzo produttivo di Live Nation, MF Produzioni e del Teatro Sistina che, come per la passata edizione, utilizzeranno scene e costumi originali firmati da Giulio Coltellacci mentre la regia di Pietro Garinei viene ripresa dallo stesso Brignano che per rispetto alla fedeltà del testo ha messo in scena il primo copione originale.

Come non innamorarsi di Rugantino che sa essere sbruffone, chiacchierone, vigliacco, tenero e dolce, o di Rosetta, incarnazione della venere romana, bella e irraggiungibile ma così umana. Come non commuoversi con Mastro Titta, il boia, uomo buono sempre in giro con il pesante fardello della sua professione, o non farsi conquistare da Eusebia e dalla sua ruspante simpatia? Intorno ai protagonisti altri personaggi perfetti per rendere questo spettacolo un piccolo grande capolavoro di un teatro internazionale. E’ inoltre impossibile tralasciare l’importanza e il fascino della musica creata dal Maestro Trovajoli: ”Roma nun fa la stupida stasera”, “Ciummachella”, “Tirollallero” canzoni che grazie a Rugantino hanno preso il volo e fatto il giro del mondo.

Nella Roma papalina del XIX secolo Rugantino (Enrico Brignano), giovane spaccone, arrogante e avverso a qualsivoglia lavoro, vive di espedienti aiutato dalla fida Eusebia (Paola Tiziana Cruciani) che egli spaccia per sua sorella.

I due insieme ottengono vitto ed alloggio raggirando il frescone di turno: dapprima un anziano prelato il quale, deceduto, non dona loro alcun lascito; e quindi Mastro Titta (Vincenzo Failla) il celebre boia dello Stato Pontificio, autentico personaggio storico.

Mastro Titta è anche proprietario di una locanda che gestisce insieme al figlio soprannominato Bojetto, (Andrea Pirolli) dopo l’abbandono da parte della moglie che non approvava il suo mestiere. Egli si prende cura di Rugantino e di Eusebia ma finisce per innamorarsi di questa, un amore che è presto ricambiato.

Entra in scena la bella Rosetta, (Serena Rossi) moglie del violento e gelosissimo Gnecco Er Matriciano, (Simone Mori) croce e delizia di tutti i giovani romani, compreso Rugantino, il quale con degli amici scommette di sedurla prima della Sera dei Lanternoni. Il giovane, nonostante umilianti peripezie, riesce nell’intento ma finisce con l’innamorarsi della ragazza, così da non far menzione, per rispetto, dell’impresa ai suoi compagni, un contegno che presto viene meno a causa del suo carattere spaccone, ferendole i suoi sentimenti.

Durante il Carnevale, Gnecco viene assassinato da un criminale mentre Rugantino è altrove in compagnia di una nobile. Il protagonista si fa trovare casualmente accanto al cadavere e quindi, onde riscattarsi, si autoaccusa dell’omicidio, il quale movente sarebbe l’amore per Rosetta. Imprigionato e condannato a morte, con Rosetta che si dichiara perdutamente innamorata, sale sul patibolo sostenendo la colpevolezza, dimostrando così, affrontando la morte, di essere un vero uomo. La vicenda si conclude con Mastro Titta che giustizia un Rugantino finalmente rispettato e ammirato da tutti.

 

 

 

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