Berlusconi “l’italiano” diventa musical, Londra in fila per ridere delle gesta erotiche del Cavaliere. Abbiamo visto lo show in anteprima: ecco com’è
di Antonello Guerrera da Repubblica
“prima” ufficiale questa sera al Southwark Playhouse
LONDRA – Eccoci, fuori dal teatro, a pochi metri dal tenebroso grattacielo dove anni fa bazzicava Joseph Mifsud, il misterioso docente maltese della Link University di Roma coinvolto nel caso Russiagate e oggi svanito nel nulla. Invece in Italia, da giorni, anzi settimane, si parla del nuovo musical “Berlusconi” a Londra. Tutti ne hanno scritto senza vederlo. “Repubblica” invece, insieme a qualche decina di londinesi, ha assistito in anteprima a una delle prove finali – per affinare gli ultimi dettagli – dell’attesissimo show in cartellone da oggi al teatro Southwark Playhouse, in un vicolo della trafficata rotonda di Elephant & Castle a sud del Tamigi.
Ne vale la pena? Ebbene sì. Il musical, in inglese e scritto da Ricky Simmonds e Simon Vaughan, diretto da James Grieve e prodotto da Thomas S. Barnes e dalla Francesca Moody Productions delle premiate serie “Fleabag” e “Baby Reindeer”, ha un pregio: è in lingua inglese ma parla meravigliosamente sia agli italiani che conoscono bene il draconiano Silvio Berlusconi sia ai britannici oltre la maschera caricaturale del Cavaliere.
A proposito, il musical ne storpia lo spelling con “Caviliere”, speriamo lo correggano in tempo. Appena si entra, tra luci stroboscopiche, tricolori, fumi e l’ossessivo busto dell’imperatore romano Tiberio, l’avvertimento: “Attenzione: linguaggio volgare e riferimenti sessuali”. Show raccomandato dai 14 anni in su.
Eh già. Perché ovviamente qui c’e la canzone “Bunga bunga”, le ossessioni sessuali di Berlusconi alias uno spettacolare Sebastien Torkia (già visto in “Mamma Mia” e “Aladdin”) (già visto pure in Italia, ne “La febbre del sabato sera” diretto da Massimo Romeo Piparo e nel film “The Clan” di Christian De Sica, n.d.r. musical.it) che compra donne e favori con banconote da 200 euro, mentre le canzoni ripercorrono la sua vita, da quando era crooner in blazer bianco fino al battezzarsi “Gesù Cristo della politica”, che “cammina sulla pioggia” scatenato in discoteca e che offende anche qui Angela Merkel, “the unfuckable lard-ass”. Manca solo un “evitiano” “Don’t cry for me, Olgettina!’.
E quando sale sul palco Vladimir Putin (Gavin Wilkinson), a petto nudo e con splendente crocifisso, che gli offre un aiuto per avere qualche voto in più, ecco Silvio che gioisce a braccia alari come Kate Winslet in “Titanic”: “Vlad mi aiuta a vincere l’elezione, questo mi fa venire un’erezione!”.
Laidezze a parte, il musical è ascesa e caduta dell’onnipotenza berlusconiana: dai genitori (John Conroy e Susan Foy in un’angelica “Mamma Rosa”) e il loro editto (primo della sua ottuagenaria vita) a mollare i microfoni delle crociere per costruire palazzi alla periferia di Milano. Sliding door. Poi la catapulta politica “che mi salverà il culo”, esulta Berlusconi, il calcio e il Milan “per tenere per le palle” i tifosi, perché “io sono il talismano intoccabile” degli italiani, “l’eroe delle loro anime”, mentre dal sottosuolo del palco spuntano memorie di zombie. “Ho fatto di tutto, per l’Italy!”, gongola il danzante Silvio-Torkia.
Peccato non poter condividere fotografie e video, vietati in queste prove (preview, n.d.r. musical.it). Ma è un motivo in più per andare a vedere questo spettacolo di due fulminee ore e mezza. Gli attori sono affiatati, spumeggianti e alimentano una piacevole marea di canzoni prima glam, poi rock, dance, rockabilly fino ai Blues Brothers, al gospel e al rap.
Lo spettacolo è un esilarante esorcismo biografico del “Caviliere”, ma anche un’amara catarsi personale e nazionale del berlusconismo, meno influente ma ancora irriducibile. Uno spettatore quasi tira un sospiro di sollievo, una signora inglese di fianco a noi applaude entusiasta, una coppia di giovani italiani invece non la smette di ridere: “Ma è divertentissimo!”.
Alla fine, dal musical emergono altri due fil rouge, come le scarpe scarlatte della ferale Ilda Boccassini (impeccabile Sally Ann Triplett). Primo: l’inappellabile e decisiva ribellione delle donne, dalla magistrata all’ex moglie Veronica Lario (Emma Hatton) fino a Fama (Jenny Fitzpatrick) e Bella (Natalie Kassanga), vittime illuse dal vorace Berlusconi.
Tutte, in un’apparizione alla Bohemian Rapsody dei Queen, innescano la vendetta nel processo contro il “corrotto”, “malfattore”, “fraudolento”, “delinquente” Berlusconi, sostenuto dall’avvocato e confidente Antonio (Matthew Woodyat). Infine, riecheggiano le ugole di un monito morale e collettivo: “Pensate bene a chi votate, pensateci bene”. Il pubblico esce soddisfatto, il 50enne Lewis ci dice “meno male che da noi l’epigono Boris Johnson è durato poco”. Mentre una donna emigrata da anni a Londra confessa al suo ragazzo inglese: “Mamma mia, che vergogna ho provato da italiana”.
(Foto © Nick Rutter)
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