Eugenio Contenti, 21 anni, sin da piccolo appassionato di teatro musicale, ha iniziato da piccolo la sua carriera nel mondo del musical. Affiancando lo studio delle arti performative all’interesse profondo per la regia teatrale e cinematografica, ha collaborato come aiuto regista con importanti nomi del teatro musicale, primo fra tutti Saverio Marconi, fondatore della Compagnia della Rancia, col quale Eugenio ha collaborato negli allestimenti di “Pinocchio – il grande musical” (nel quale era anche in scena come ensemble e sostituto Pinocchio) e “Cats” il celebre spettacolo di Andrew Lloyd Webber per la prima volta tradotto in italiano dalla Rancia. Con Christian Ginepro, suo insegnante di musical dall’età di quindici anni, ha lavorato in spettacoli come “Alice nel paese delle meraviglie” (nel quale era anche in scena con il ruolo di “Quattro” con l’incarico di Regista Residente), “Robin Hood” e “Si fa presto a dire musical” e con Mauro Simone debuttò nel mondo del teatro come aiuto regista per “Tre metri sopra il cielo – lo spettacolo”. Ha inoltre lavorato nelle produzioni di “Rent – No Day But Today” come collaboratore artistico, nello spettacolo “80 voglia di 80” nel ruolo del Prof. Mostaccioli, per la regia di Fabrizio Angelini e “Tv, Ruffini e Canzoni” per la regia di Claudio Insegno.
Eugenio ci racconta le sue novità e i progetti ai quali sta prendendo parte.
Cosa hai in serbo per la prossima stagione? Ti vedremo in scena o sarai impegnato nel backstage?
Passerò l’inverno a New York, terminando il mio percorso di studi presso l’AMDA (The American Musical and Dramatic Academy) dove sto studiando come Musical Theatre Performer e come Regista Teatrale; intanto in Italia ho curato la regia del nuovo spettacolo di Mirabilandia e sono impegnato come aiuto regista in “TITANIC” diretto da Federico Bellone, che debutterà il prossimo 21 Ottobre. Nel frattempo mi dedico a portare avanti lo studio della danza, del tip tap, del canto, della recitazione e della Musical Theatre Technique. Sto curando il piano dell’offerta formativa e l’organizzazione artistica di uno stage di perfezionamento vocale per cantanti e performer che si terrà a febbraio, con la direzione artistica di Danila Satragno e che vedrà come insegnanti professionisti dal mondo del teatro e della discografia. Inoltre, nelle pause tra i vari semestri scolastici sarò di ritorno in Italia per qualche altra occasione di lavoro e incrocio le dita perché tutto vada per il meglio!
Parlaci della tua recente avventura da Regista.
Curare la regia di uno show è per me estremamente stimolante. Da quando ero piccolo sono stato abituato a vedere tanti spettacoli teatrali, e mi incuriosiva rimanere in teatro, quando mi era permesso, durante le prove degli artisti. Claudio Insegno mi diede la possibilità di seguire dal backstage l’intero allestimento di “Joseph e la strabiliante tunica dei sogni in technicolor”, e per me fu un’esperienza unica. L’esperienza sul lavoro può davvero fare la differenza: aver avuto la fortuna di lavorare con grandi registi come Saverio Marconi, o seguire “Alice nel paese delle meraviglie” come Regista Residente, mi ha aiutato davvero per capire meglio come lavorare su un progetto di regia in modo che questo sia effettivamente attuabile con i mezzi e i budget a disposizione in questo periodo di crisi nel mondo delle arti e dello spettacolo.
Parliamo di SitPuntoCom la webserie da te creata è diretta. E’ prevista una seconda stagione?
Lavorare su SitPuntoCom è stato in assoluto la cosa più divertente della passata stagione. Ero tornato per passare un anno in Italia e cercare del lavoro, e questo progetto mi ha aiutato a soddisfare il lato creativo che “fa i capricci” dentro di me per essere sfruttato.
Performer o regista?
Perché scegliere per forza? Penso che le esperienze come attore non possano far altro che arricchire il bagaglio di un regista, soprattutto nel campo del musical dove l’attore si deve destreggiare nel canto, nella recitazione e nella danza e soprattutto nel “mettere insieme” il tutto. Penso che stare in scena sia meraviglioso, ma è totalmente diverso dall’essere coinvolto nel backstage. Far parte di una delle due realtà vuol dire anche mettersi a servizio dell’altra, ed è proprio quello che mi piace fare.
Studiando a New York hai visto tanti spettacoli a Broadway come in Italia. Cosa manca secondo te qui da noi?
La cultura Italiana è totalmente diversa e non è paragonabile a quella dei paesi anglofoni. Spettacoli che sbancano il botteghino in America, potrebbero essere potenziali flop in Italia e viceversa. Il nostro paese, come gli altri, gode di performer davvero bravi, registi esperti, coreografi d’eccezione e quant’altro. Secondo me possiamo davvero fare tanto. Spesso mancano i finanziamenti necessari per poter curare con attenzione il prodotto che si sta mettendo in scena. In Italia dove il teatro è considerato cosa da sovvenzioni e non una vera realtà lavorativa, è difficile poter curare un allestimento con la stessa meticolosità. Tante volte la mancanza di tempo può essere l’unica causa di un prodotto confezionato male. Per il resto, secondo me, non siamo sulla cattiva strada: la Compagnia della Rancia ha portato con stile e professionalità il genere in Italia, aprendo le porte anche ad altre produzioni con spettacoli meravigliosi come “A Chorus Line” che fece il botto nel 91, “Grease” con la Cuccarini e ancora in tour da quindici anni, “Pinocchio”, “Sette spose per sette fratelli”, “The Producers” e tanti altri.
Questo per dire che anche in Italia ci sono spettacoli qualitativamente impeccabili. Ho visto “Sister Act” a Londra, Broadway, Amburgo e a Milano e posso dire con estrema sicurezza che l’allestimento italiano non aveva nulla da invidiare a quelli stranieri, anzi, è quello che ho preferito in assoluto; mi hanno parlato di una splendida versione de “I Miserabili” al Comunale di Bologna; quest’estate ho visto una versione di “Grease” davvero travolgente e ben fatta. Secondo me ci manca molto meno di quello che pensiamo in fondo… Non dobbiamo perdere le speranze di raggiungere un livello ancora più alto! Noi italiani siamo bravi!
Sogno nel cassetto nel campo lavorativo?
Sogno? Ho 21 anni: SONO PIENO DI SOGNI!
Soddisfare la mia creatività è la cosa più bella che mi possa capitare. Amo essere una spugna e a prendere il buono che c’è in ogni situazione artistica. Vorrei diventare un regista di teatro apprezzato in Italia, e sarebbe un vero sogno debuttare in America, con un nuovo Broadway Show magari continuando ad andare in scena come attore, nel musical o in uno spettacolo di prosa. Mi piacerebbe avere la possibilità di creare una serie TV dedicata davvero al mondo del teatro musicale. Sogno di interpretare un giorno Mike Costa in “A Chorus Line” o Gabe in “Next to normal”. Mi sono accorto che puntare in alto ti aiuta sempre: anche se non riesci necessariamente a raggiungere l’obiettivo prefissato, riesci a dare il meglio di te e a trarne beneficio, perché sempre e comunque ottieni degli insegnamenti. Non troppo tempo fa, una persona importante mi ha scritto in una lettera in un momento particolare della mia vita “Devi avere più coraggio, non buttare alle ortiche i tuoi sogni!” e voglio ricordarmi questa cosa in ogni momento difficile per tirare fuori la passione che c’è in me, e andare più lontano che posso.
In bocca al lupo dalla redazione di musical.it!