Dal Corriere della Sera:
LONDRA –Grease . Sul palcoscenico un cast di tutta eccellenza, ma è ciò che è successo tra il pubblico a far notizia. Al Dominion Theatre del West End è stata chiamata la polizia. Un gruppo di spettatori rumorosi e maleducati è stato rimosso da alcuni agenti tra gli applausi degli altri presenti.
L’episodio risale a sabato scorso e non è che il caso più recente di un fenomeno sempre più allarmante. Il pubblico non sa più come comportarsi. C’è chi mangia, chi canta, chi utilizza il telefono, chi insulta gli attori, chi grida, chi lavora a maglia.
È un problema non indifferente se, stando a un sondaggio effettuato recentemente da Bectu, il sindacato per chi lavora nel mondo dello spettacolo e delle comunicazioni, il 90% di maschere e uscieri ha assistito o è stato chiamato ad affrontare incidenti incresciosi in sala. Il 70% crede che l’atteggiamento del pubblico sia peggiorato rispetto alle consuetudini prima del Covid. Il 20% di loro ha temuto per la propria incolumità almeno una volta.
Dalla fotografie di James Norton nudo scattate, nonostante il divieto sull’utilizzo dei cellulari, durante lo spettacolo Una vita come tante e vendute ai giornali, agli insulti razzisti a un ragazzino di 12 anni di enorme talento mandato in scena dalla Royal Opera House per Il flauto magico (Malakai, questo il nome del giovanissimo cantante, è comunque diventato una star, con un disco e varie comparse in concerto e e in tv); dagli hamburger e patatine consumati tra i velluti dei sedili a chi decide di cantare brani celebri assieme ai protagonisti, neanche si trattasse di un karaoke in un pub.
A Manchester la polizia è dovuta intervenire durante The Bodyguard, versione teatrale del celebre film con Whitney Houston e Kevin Costner, mentre a Londra ci sono stati casi di scazzottate in sala e addirittura non è mancato chi ha utilizzato un angolo del teatro come toilette.
Il sindacato ha prodotto una carta sul comportamento in sala, dando al management degli stabili qualche idea su come migliorare la sicurezza durante lo spettacolo. Nel frattempo dalle pagine della rivista Prospect Kate Maltby, presidente dell’associazione dei critici, ha ricordato che il teatro ha ‘’qualcosa di sacro’’ e che l’acquisto di un biglietto ‘’è come un contratto’’ con il quale per due ore lo spettatore si impegna a concentrarsi su ciò che avviene in scena e nient’altro.
Paola De Carolis
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