Un incontro “impossibile” tra Willy Wonka e Mary Poppins? Probabilmente sì, ma non quello tra i due bravissimi interpreti teatrali italiani dei due personaggi, Christian Ginepro e Giulia Fabbri, che si sono intervistati a vicenda in esclusiva per musical.it . Ecco il risultato per voi!
Christian Ginepro intervista Giulia Fabbri
Due anni di Mary Poppins: come si fa ad andare in scena per tutto questo tempo mantenendo l’incanto del personaggio come tu riesci a fare?
Beh, sono avvantaggiata dall’amore smisurato che provo per questo personaggio, da sempre. Amo follemente tutto ciò che fa parte del mondo di Mary Poppins, amo queste musiche, amo questa storia, quindi la routine la combatto facilmente. E poi tutto quello che dono lo ricevo moltiplicato dal pubblico, in maniera tangibile, sentire le persone battere le mani già dalle prime note di “Un poco di zucchero” o “Supercalifragilistichespiralidoso” mi dà tantissima carica, non sono per niente stanca di vivere nel mondo di Mary Poppins e mi sento davvero all’interno di un quadro dai colori sgargianti, la mia gioia è più che genuina. Poi, la volta che ti vince la stanchezza, perché è il settimo o ottavo spettacolo della settimana, perché non hai dormito bene o semplicemente perché sei umano, posso fare affidamento sui miei colleghi, un gruppo forte e collaudato che in due anni ne ha passate tante e che è pronto a sostenersi a vicenda ogni volta che ce ne è bisogno!
Tolti abiti, cappellino e bastone con il pappagallo, quali vorresti fosse il prossimo costume di scena?
Ce ne sono tantissimi che vorrei indossare…un mio sogno rimane West Side Story – è lo spettacolo che mi ha fatto decidere di fare questo mestiere – il mio personaggio preferito è Riff, ma punterei su Maria! Comunque a prescindere da quale sarà il prossimo costume di scena, mi piacerebbe fosse diversissimo da Mary Poppins, non che ci siano personaggi che le somigliano, ma vorrei esplorare generi diversi per mia crescita personale.
Cosa c’è di Giulia in Mary e cosa vorresti ci fosse di Mary in Giulia?
Di Giulia in Mary c’è quella punta di sarcasmo e di ironia che penso si sposino molto bene con le rispostine taglienti che a volte Mary Poppins dà, e c’è l’umanità, quella parte che emerge a fine spettacolo quando al momento dei saluti arriva la commozione, ci sono mille modi di recitare quella scena, ma nella nostra versione abbiamo puntato molto sui rapporti umani, quindi lì lascio le briglie e faccio sì che la mia “imperfezione” macchi la perfezione di Mary Poppins, che dopo tutto non è perfetta ma praticamente perfetta. Di Mary in Giulia vorrei che ci fosse la consapevolezza di essere sempre padrona di ogni situazione, il sapere sempre cosa fare. Pura utopia lo so, ma sarebbe bello che a volte bastasse solo uno schiocco di dita no? Anche solo per lavare i piatti!
Qual è il momento più bello e quale il più difficile nello spettacolo?
Il momento più bello dello spettacolo per me è il numero finale, “tutto può accadere se ci credi”, splendida canzone, bellissimo messaggio, numero che coinvolge tutto il cast e che ci vede camminare all’interno di un cielo stellato, mi dà i brividi ogni sera! Il momento più difficile è la prima canzone di Mary Poppins, “in pratica perfetta”, perché è il momento delle magie, degli oggetti tirati fuori dalla borsa, è un momento iconico al quale tengo tantissimo e in cui il margine di errore è molto alto e ogni sera VOGLIO che sia perfetto, quindi se non lo è mi arrabbio, poi mi ricordo che non ho i poteri per davvero e me ne faccio una ragione!
È strano poi per te che i bambini fuori dal teatro ti vedano come Mary Poppins? Hai un aneddoto da raccontarmi?
Fa strano ma soprattutto è bellissimo, alcuni bambini semplicemente vengono lì e mi abbracciano con tutte le forze, altri mi chiedono di andare a casa con loro! È stupendo dare un volto ai loro sogni! Alcuni lo sanno che sono un’attrice ma altri rimangono decisamente destabilizzati nel vedermi tornare a casa in jeans e scarpe da ginnastica! Una cosa bellissima comunque è sentire le loro ipotesi su come faccio a volare o a fare le magie, la risposta più quotata per il volo è che ho un filo attaccato alla testa!
Christian Ginepro e Giulia Fabbri in… Quale musical vorresti interpretare insieme a me?
Un titolo insieme… Il mistero di Edwin Drood! Musical bellissimo sul romanzo incompiuto di Dickens in cui ogni sera è il pubblico a scegliere il finale! Sai che risate?!?
Giulia Fabbri intervista Christian Ginepro
Fare Willy Wonka in “Charlie e la fabbrica di cioccolato” significa essere in scena per il 90% dello spettacolo facendo da mattatore, collante, deus ex machina di tutta la vicenda… come riesci a “dosare” le energie in modo da essere al 100% in ogni scena?
Credo sia una questione di “organicità”. Con il metodo Stanislavskij ci alleniamo a dover gestire anche situazioni di movimento continuo per addirittura 6 ore. E poi da Roma mia moglie Viola mi organizza la dieta a bacchetta!
Torni a teatro (col botto!) dopo un periodo di successi in film e serie televisive, quale di questi due mondi così affini ma così diversi preferisci?
Penso sempre: “il palco è mia moglie, la macchina da presa è la mia amante”. Sono due mondi molto lontani in realtà. Due modi di recitare molto diversi. Paradossalmente la macchina da presa pretende più “verità” ma il pubblico di un teatro pretende tutto da te.
E di te. Se devo scegliere scelgo il cuore: scelgo mia moglie.
La prima volta che ci siamo conosciuti io ero nel cast e tu eri il regista e coreografo, e non era la prima volta che ricoprivi questo ruolo: è un capitolo chiuso o pensi di tornare a dirigere? Che titolo ti piacerebbe vedere prendere forma sotto la tua direzione?
Non ho mai rincorso le regie. Le ho fatte solo quando me le hanno proposte. Se ne valeva la pena e se potevo scrivere il copione. Non smanio. Forse per pigrizia. Forse perché ho paura che se i registi mi vedono fare il loro lavoro poi non mi chiamano più a fare il mio. Ahahahah.. Detto questo se dovessi scegliere un titolo direi All that jazz, La La Land, Dancer in the Dark e porterei in teatro La vita è di Frank Capra.
Willy Wonka cerca in Charlie uno spirito affine a cui tramandare il suo bene più prezioso, la sua fabbrica di cioccolato. Tu che sei papà di un bimbo meraviglioso saresti felice che seguisse le tue orme o preferiresti che prendesse tutt’altra strada?
Essere un padre è meraviglioso e doloroso insieme. Giorni fa, mentre mi preparavo attorialmente in camerino prima dello show, mi è venuta una immagine: “Ci sono un uomo e il suo bambino. In riva al mare. Una piccola barca al loro fianco. C’è scritto il nome del bambino su quella barca. L’uomo ci scrive anche il suo nome. E la mette in acqua. Sa che deve essere così. Il bambino sale in barca. Il padre non può. Non deve. Poi comincia a insegnare al figlio come navigare. Sapendo che più il figlio imparerà, più navigherà lontano. E sapendo che l’unica cosa che gli è permessa di fare è accompagnare il figlio fin dove si tocca per poi vederlo allontanarsi verso l’orizzonte. Glielo ha insegnato lui. È giusto così. Ma quanto dolore nel vedere la barca diventare sempre più piccola all’orizzonte. Ora il figlio naviga in mare aperto. Sceglierà lui la rotta. Il padre resterà a riva a contemplare l’orizzonte sapendo che su quella barca c’è scritto anche il suo nome”.
La fabbrica di cioccolato, come Mary Poppins, è un grande meccanismo all’interno del quale l’attore deve imparare a muoversi in maniera naturale e fluida, come riesci ad essere “al di sopra” della parte tecnica?
Se le cose le fa Christian succede un macello, se le fa Willy fila tutto liscio.
Stessa domanda a te: Giulia Fabbri e Christian Ginepro in?
A Qualcuno Piace Caldo?, Stanno suonando la nostra Canzone?, Frankestein Junior? Devo andare avanti…?
Grazie a entrambi per la disponibilità! Vi ricordiamo che “Mary Poppins” è in scena al Teatro Sistina di Roma fino al 6 gennaio (e dal 30 gennaio torna a Milano, Teatro Nazionale). “Charlie e la Fabbrica di Cioccolato” è in scena alla Fabbrica del Vapore di Milano fino al 9 febbraio. Entrambi gli spettacoli sono diretti da Federico Bellone.
Foto di scena di Mary Poppins di Alessandro Pinna
Foto di scena di Charlie e la Fabbrica di Cioccolato di Giulia Marangoni.
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