Ha recitato, ballato, cantato sui palcoscenici più importanti d’Italia prima nei panni di Tony Manero in La Febbre del Sabato Sera e poi in quelli di Johnny Castle in Dirty Dancing. Ora Gabrio Gentilini, giovane attore romagnolo di 28 anni, debutta nella prima puntata della sesta serie della fiction L’Ispettore Coliandro, venerdì 13 Ottobre in prima serata su Rai 2.
Gabrio, ci racconti il tuo personaggio nella fiction?
«Interpreto Rocco, lo scugnizzo di Scognamiglio, il boss malavitoso che ritorna in questa sesta stagione e crea un traffico di combattimenti illegali. Io lo aiuto a gestirli, ma… diciamo che non sono proprio il braccio destro più sveglio del mondo! Romagnolo nelle origini e “Gomorra” style nell’aspetto e nei gusti. Ogni volta che provo a parlare in napoletano con Scognamiglio, il risultato è pessimo. Ma spero divertente per il pubblico!».
Hai interpretato due personaggi iconici nei musical Dirty Dancing e La Febbre del Sabato. Com’è stato cambiare ruolo e passare dal palcoscenico al set di una fiction di successo?
«È una gran boccata d’aria, finalmente ho potuto creare un ruolo inedito senza dover per forza tener conto dell’interpretazione di chi, come Patrick Swayze e John Travolta, ha reso questi personaggi iconici. Il lavoro sul set di una serie è una vera e propria sfida: hai pochissimo tempo per preparare il personaggio e già in fase di provino devi suggerire una tua idea su come svilupparlo. Per fortuna il Rocco che ho proposto ha convinto i Manetti Bros. (i registi della fiction, ndr). A dire il vero si aspettavano che anche nella realtà fossi come lui, quando mi hanno conosciuto sono rimasti sorpresi perché ho poco dello scugnizzo. Così, insieme, abbiamo deciso di cambiare il mio look per aiutarmi nell’interpretazione».
I musical ti hanno dato notorietà. Il passaggio alla fiction è un nuovo inizio o un’evoluzione del tuo percorso?
«Direi un po’ entrambe le cose. È un’evoluzione perché l’esperienza nel musical mi ha permesso di maturare molto come performer e attore. È il mio background, un bagaglio che porto con me e uso costantemente quando lavoro davanti alla cinepresa. Allo stesso tempo mi sembra di ricominciare completamente daccapo e trovo che sia molto entusiasmante perché ho di fronte a me un mondo nuovo da esplorare».
Cosa ti aspetti da questa nuova avventura?
«Cerco di non avere troppe aspettative. Grazie a questo lavoro e in generale nella recitazione, ho compreso che è necessario trasmettere naturalezza, autenticità (la cinepresa non perdona, coglie tutto) ed esprimere attraverso personaggi altri nostri mondi e colori che a volte nascondiamo. Quindi forse mi aspetto questo: di conoscermi meglio e diventare sempre di più una persona libera e autentica nella sua essenza. Che sia nella mia vita o in quella dei personaggi che racconto».
I musical cinematografici stanno tornando in auge. La La Land è stato il successo della scorsa stagione, in Italia i Manetti Bros. sono nelle sale con Ammore e Malavita. Cosa pensi del ritorno a questo genere di film?
«Spero abbia successo anche qui nel nostro Paese, non proprio abituato a questa tradizione. Uno dei miei sogni è di potere essere anche io interprete di un film musicale bello ed importante».
(Fonte: Tu Style)