Ormai Madrid è la sua seconda casa Stiamo parlando del regista Federico Bellone. “Bailo Bailo” è il secondo debutto in 15 giorni, il suo quarto titolo in scena a Madrid insieme a “The Phantom of the Opera”, “Ghost” e “Charlie e la fabbrica di cioccolato”. Del resto la Sapagna era la seconda casa anche per Raffaella Carrà, l’artista italiana “celebrata” in questo musical che porta il titolo di una delle sue hit più famose, Bailo Bailo appunto.
Bellone ha tratto molto liberamente questo musical dal film “Ballo Ballo” di Nacho Álvarez. E il pubblico sta accorrendo al Teatro Capitol sulla Gran Via (la Broadway madrilena dove ci sono 14 musical in scena) e si entusiasma ad ascoltare da “Tuca tuca” a “Pedro”, da “Luca” a “A far l’amore comincia tu”, ovviamente “Ballo Ballo” fino a “Rumore”, che chiude lo spettacolo dopo un audio in cui Raffaella ringraziava gli spagnoli del grande amore che le hanno dimostrato. «Siete la mia seconda patria». E ovviamente giunge l’ovazione. Insomma: lo show è una vera “Fiesta”. Non si tratta quindi della storia di Raffaella, ma di un gioioso juke-box musical che aspira a diventare un Mamma Mia! latino.
Sergio Japino come consulente artistico ha supportato la produzione in ogni fase e assicura che il musical “sarebbe piaciuto davvero tanto a Raffaella“. Bellone al suo fianco ha chiamato Gillian Bruce per le coreografie, Giovanni Maria Lori e Pino Perris per la direzione musicale e gli arrangiamenti, Valerio Tiberi ed Emanuele Agliati per il disegno luci, Paolo Carta per gli effetti speciali. La produzione è di Valeria Arzenton, padovana, titolare di Zed Live, società che promuove e organizza spettacoli e concerti nel Nordest, dove è anche proprietaria e gestisce arene e teatri.
Sui tanti musical diretti in poco tmpo, ad Adriana Marmiroli de “La Stampa”, Bellone ha detto scherzando: «Ne faccio troppi. Qualche giorno fa sono finito in ospedale: non riuscivo a respirare. Ora la crisi è superata, ma devo proprio prendermi una pausa… Montare un musical «è cosa molto complessa: questo lo abbiamo realizzato in 6 settimane lavorando tutti i giorni in un teatro che ancora non c’era: è stato finito mentre provavamo». Della produttrice e della sua spinta a voler realizzare un musical dedicato a Raffaella Carrà «Valeria si era innamorata dell’essenza del film di Álvarez (si può vedere su Prime Video, ndr) e ne ha acquisiti i diritti. È stato il nostro punto di partenza: ho cercato di essergli fedele ma ovviamente molto è cambiato, come sempre quando dal cinema si passa a teatro». Sulle ragioni dell’amore della Spagna per la Carrà riflette: «È una cosa presente anche nello show: da lei arrivò un messaggio di libertà e leggerezza che, nei primi anni 70, in una Spagna ancora sotto un dittatura bigotta e oscurantista, ha rivoluzionato il costume spagnolo e lo ha aiutato a diventare quello che è oggi».
Dopo Madrid e la Spagna, nei progetti della produzione c’è una tournée nei Paesi dell’America Latina, mentre in Italia lo show è previsto solo tra la fine del 2024 e inizio del 2025.
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