Il ricordo di Paola Polidoro da ilmessaggero.it:
Si è spenta questa notte Rita Sala, collega preziosa e insostituibile, che per 33 è anni ha garantito alle pagine culturali del nostro giornale uno sguardo attento, critico e poetico sul mondo del teatro, della lirica, della letteratura e dell’arte, con la stessa precisa attenzione e competenza, e mai rinunciando alla completezza dell’informazione, dal più piccolo trafiletto alla più importante esclusiva. Di ciascun argomento sapeva infatti parlare come chi ha approfondito ogni cosa sul campo, con la sensibilità di una cultura continuamente nutrita attraverso la curiosità e le letture, la conoscenza e la frequentazione delle persone di spicco del panorama culturale, ma anche attraverso lo scambio dialettico con chiunque si sia trovato a relazionarsi con lei.
Su ognuno si soffermava con la stessa attenzione, avendo inoltre l’eccezionale facilità di penetrare le sensibilità altrui e di comunicare con la stessa ricchezza di sfumature in italiano, spagnolo, greco, inglese e francese. Per questo Rita era l’unica collega a cui si poteva chiedere di rintracciare un Premio Nobel, il più celebre attore o il più osannato calciatore in ogni parte del mondo, e nel giro di poche ore essere certi di avere l’intervista sul tavolo, senza bisogno di interpreti o intermediari.
Nata a Bologna, è stata allieva di Umberto Eco. Aveva iniziato la sua carriera giornalistica a La Stampa dopo aver conseguito due lauree. Quasi subito si era trasferita a Roma, diventando una delle colonne portanti del Messaggero. La sua passione per il lavoro, al quale ha donato tutta se stessa finché ha potuto, era pari solo a quella per il Bello, in tutte le sue forme. E anche alla passione per la Roma, la sua squadra del cuore, che seguiva con entusiasmo e trepidazione. Ci sembra assurdo scrivere queste righe perché la vitalità e la forza di Rita sembravano poter andare davvero ogni oltre immaginazione. Il vuoto che lascia la scomparsa di una persona come la nostra amica è doppio perché, come ben sa chi l’ha conosciuta, sapeva farti immaginare la realtà aumentata, non quella virtuale, ma quella che solo saper amare la musica, la parola, la pittura, può regalare.