Come vi abbiamo già anticipato, “Dirty Dancing” torna in scena a Londra, al Dominion Theatre (2069 posti!), dal prossimo 2 febbraio al 16 aprile. Caratterizzato dalla sceneggiatura originale del 1987 di Eleanor Bergstein e diretto da Federico Bellone, lo show segue Baby e Johnny, due giovani spiriti fieramente indipendenti provenienti da due mondi completamente diversi, le cui strade si incrociano nel villaggio vacanze Kellerman, durante un’estate che cambierà le loro vite per sempre. Lo spettacolo teatrale include le canzoni di successo del film, tra cui “Hungry Eyes”, “Do You Love Me?”, “Hey! Baby” e, naturalmente, “(I’ve Had) The Time Of My Life”.
Ora la produzione ha annunciato il cast della ripresa londinese che vede Michael O’Reilly come Johnny Castle, Kira Malou come Frances “Baby” Houseman e Carlie Milner (Sleeping Beauty) come Penny Johnson, insieme a Lynden Edwards (A Little Night Music) come Jake Houseman, Lori Hayley Fox (Big) come Mrs Houseman, Lizzie Ottley (Evita) come Lisa Houseman, Colin Charles (We Will Rock You) come Tito Suarez, e poi Samuel Bailey, Michael Remick, Thomas Sutcliffe, Mark Faith, Mimi Rodrigues Alves, Danielle Cato, Danielle Lockwood, Marie Finlayson, Sasha Woodward, Sophia McAvoy, James McHugh, Benjamin Harrold, Rishard-Kyro Nelson, Niko Wirachman, Charlotte Olliffe, Patricia Wilkins, Austin Wilks, Lee Nicholson, Oliver Adam-Reynolds, Miles Russell, Tom Parsons, James William-Pattison, Simon Williams e Christopher Fry. Oltre a Bellone, il team creativo comprende il coreografo Austin Wilks, la supervisione del direttore musicale Richard John, la costumista Jennifer Irwin, il lighting designer Valerio Tiberi e il sound designer Armando Vertullo. Il produttore è Karl Sydow che ha commentato: “Non vediamo l’ora di riportare questo fantastico spettacolo nel West End, dopo aver abbagliato il pubblico in tutto il Regno Unito e in Irlanda. Ora più che mai, il teatro ha bisogno dell’eccitazione e della gioia che porta Dirty Dancing – you’ll have the time of your life!“.
(Foto © Mark Senior)
Eleanor Bergstein e Federico Bellone
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