TORTONA. Sono nati dalla fantasia di Luigi Albertelli, paroliere tortonese con trascorsi da atleta, i circuiti di mille valvole che permettono a Ufo Robot, «trasformato in un razzo missile», di sprintare fra le stelle.
Così come il trucco di Furia cavallo del West, «che beve solo caffé per mantenere il suo pelo il più nero che c’è». Luigi Albertelli è morto ieri, a 86 anni. Nella sua lunga carriera, durata oltre 50 anni, aveva scritto brani per Mia Martini, Mina, Milva e associato il suo nome a canzoni che hanno vinto il Festival di Sanremo (come «Zingara», interpreti Bobby Solo e Iva Zanicchi, del 69, poi «La notte dei pensieri» di Michele Zarrillo fra le nuove proposte).
Intere generazioni lo ricorderanno però soprattutto per alcune indimenticabili sigle televisive. Come quella di Daitarn III, per cui in novembre è uscita una versione elettronica, dove Albertelli ha accettato spiritosamente di partecipare con un piccolo cameo. O quella di «Furia», cantata da Mal su musiche dei fratelli Guido e Maurizio De Angelis, Albertelli la scrisse in un weekend, con una pistola virtualmente puntata alla tempia.
Amava raccontare che, in una telefonata gli dissero il lunedì sarebbe andata in onda la prima puntata. «Chiesi l’argomento per aiutare l’ispirazione, la risposta fu: “Non perder tempo. Sappiamo solo che parla di un cavallo nero». Chiusi gli occhi e in pochi minuti buttai giù quello che mi veniva in mente».
Vendette quasi due milioni di copie.
Qualche anno fa ha conosciuto una cantante che di cognome fa Furia ed è diventato il suo méntore. È stata proprio lei che, sulla sua pagina Fb ha annunciato la scomparsa del suo maestro: “Avevi cuore, forza e una vitalità prorompente – scrive -. Voglio immaginarti come Goldrake: «Tra le stelle sprinta e va”». (Fonte: La Stampa – Brunello Vescovi)
Nel 2009 compose le liriche del musical “Il libro della giungla”.
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