Il maestro, compositore, presentatore e atttore Lelio Luttazzi è morto la scorsa notte nella sua casa, a Trieste. Aveva 87 anni e soffriva di una neuropatia. La citta’ di Trieste – ha reso noto il sindaco, Roberto Dipiazza – l’onorera’ allestendo la camera ardente nella sala del Consiglio Comunale. Luttazzi è stato uno dei personaggi di maggior successo della canzone italiana degli anni ’50 e ’60 ma soprattutto un protagonista della tv, dell’epoca d’oro di Studio Uno, della radio e del cinema, dove ha preso parte anche ad alcuni film musicali degli anni sessanta. Tra i successi scritti da Luttazzi ricordiamo "Una zebra a pois", cantata da Mina, "Il giovanotto matto", il classico di Ernesto Bonino, "Il favoloso Gershwin", "Promesse di marinaio" fino a quella che rimane la sua interpretazione più famosa e nostalgica, "El can de Trieste". Aveva iniziato la sua carriera nella rivista teatrale dove aveva scritto le musiche soprattutto per i testi di Scarnicci e Tarabusi come "Barbanera bel tempo si spera" con Ugo Tognazzi ed Elena Giusti, "Tutte donne meno io" con Macario e Carla Del Poggio nella quale era inserita la celebre "Souvenir d’Italie". Toccò l’apice della popolarità grazie ad "Hit Parade" uno dei più longevi programmi radiofonici e primo esempio italiano di trasmissione dedicata alle classifiche discografiche. Fu inoltre tra i primi ad inserire nella canzone italiana le strutture del jazz, un modo di comporre swingato che ha il suo primo esempio in "Muleta mia", una canzone scritta per Teddy Reno.