Debutta giovedì 2 giugno, nello spazio BOAT, “Bernarda Alba“, il musical che inaugura la X edizione di A Summer Musical Festival, prodotto dalla BSMT di Bologna diretta da Shawna Farrell. Il titolo di questa edizione 2022 è “Il tempo delle donne” in quanto vengono proposti quattro spettacoli molto diversi tra loro, ma con un’importante caratteristica in comune che li unisce: la condizione femminile attraverso differenti epoche storiche. Bernarda Alba (tratto dal famoso dramma teatrale “La Casa Di Bernarda Alba” di Federico Garcia Lorca) è sicuramente il musical dove questa tematica viene affrontata a tutto tondo, portando in scena la tragedia di una famiglia di sole donne nella Spagna repressiva del 1930. Già portato in scena dalla BSMT nel 2017, Bernarda Alba debutta con un nuovo allestimento dal 2 al 4 giugno presso lo spazio BOAT adiacente all’Accademia. Firma la regia anche in questa edizione Saverio Marconi, con la direzione musicale di Shawna Farrell e le coreografie di Gillian Bruce.
La casa di Bernarda Alba è l’ultima opera compiuta di Federico Garcia Lorca prima della sua esecuzione a morte. La protagonista, rimasta improvvisamente vedova, costringe le cinque figlie e l’anziana madre ad un severo lutto proibendo loro di uscire di casa. All’interno delle mura domestiche lentamente si consumeranno il risentimento e la gelosia delle donne che condurranno all’inesorabile e tragica fine. Il tema principale è lo stesso che attraversa tutta la trilogia sulle donne scritta da Lorca, ovvero il confronto tra la libertà individuale e l’autorità (di solito rappresentato con le restrizioni sociali e morali). Le figlie ansiose di vita e di libertà, vengono oppresse dall’autorità di Bernarda. Non è solo la rappresentazione della condizione di vita della donna nella Spagna dell’epoca, ma è una condizione dell’umanità, oppressa da una dittatura. L’unico modo per fuggire da questo mondo claustrofobico, per Garcia Lorca, è attraverso la follia come accade a Maria Josefa o la morte come Adela.
Lo spettacolo e la scelta registica di Saverio Marconi sono pieni di simbolismi: l’acqua come sinonimo di vita quando scorre, ma anche sinonimo di morte quando è stagnante; il calore fisico dato dal caldo è il disagio personale delle figlie e ancora il verde, che simboleggia per Lorca la libertà e che nell’allestimento è presente, anche se nascosto dentro lo scialle di Adela.
Le musiche e le liriche a firma di Michael John LaChiusa – autore anche del libretto, con la traduzione italiana di Enrico Zuddas – sono evocative e guidano lo spettatore nelle atmosfere andaluse della Spagna di fine anni ’30. Lo spettacolo si apre infatti con il prologo in cui Ponzia introduce la storia delle protagoniste che si muovono a ritmo di flamenco con palmas (claps) e snaps, il battere le mani e schioccare le dita e il movimento dei piedi tipici di questa danza. Gli arrangiamenti musicali a cura di Maria Galantino, sono ricchi di arpe, chitarre e percussioni, oltre che di archi e fiati. Dal punto di vista musicale e vocale la partitura è complessa e intensa ricca di grandi cori femminili e di momenti solisti in cui Shawna Farrell ha dovuto lavorare sul colore di alcune giovani voci per avere un suono maturo che rispecchiasse l’età del personaggio. La musica è perfettamente in linea con l’atmosfera del racconto e con tutte le sfumature e i sentimenti che agitano l’animo delle protagoniste: il filo conduttore è la bramosia che evoca a volte la frustrazione, altre la gelosia, il desiderio, anche sessuale, in cui le voci emettono suoni quasi aggressivi e viscerali. Dal punto di vista coreografico, la scelta di Gillian Bruce è quella di sottolineare, con l’utilizzo di mani e piedi, i ritmi del flamenco accompagnati da ventagli e ampie gonne. Le coreografie esprimono il groviglio di terribili e fatali sentimenti che si contrappongono tra la realtà nella quale vivono le protagoniste e il loro desiderio di libertà. Questo contrasto si traduce in movimenti semplici, severi, essenziali e rigorosi dove tutto è lineare o angolare, che simboleggia la vita reale, mentre per raccontare le loro passioni Gillian Bruce ha usato un linguaggio coreografico dove tutto diventa rotondo e morbido per raccontare l’unica libertà che le donne vivono nei loro sogni. (Foto © Giulia Marangoni)
La tematica femminile si ritroverà poi nello spettacolo “Bring It On“, in scena dal 9 giugno, in cui una giovane cheerleader scoprirà il valore dell’amicizia e della solidarietà femminile. In “Dogfight“ che debutta il 30 giugno, sarà la giovane cameriera Rose, oggetto di una orribile scommessa tra marines ad avere la meglio sul bullismo di cui è vittima; infine in “Qualcosa di Marcio (Something Rotten!)“, ultimo spettacolo del Festival – il 9 e 10 luglio al Teatro Comunale di Ferrara – la tematica della condizione femminile si riscontra nel personaggio di Bea che dimostra quanto le donne siano determinanti e necessarie nonostante a volte costrette a stare un passo indietro nella vita della società.
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