Noi siamo nati lì
– MACERATA – In poche ore un progetto e una vita professionale in fumo. E’ la sensazione vissuta da Saverio Marconi, direttore artistico della Compagnia della Rancia, mentre impotente stava guardando bruciare il Vaccaj. «In quei momenti – ricorda il regista di musical di successo – ho visto andare in fumo 25 anni della mia vita professionale. Ho visto la fine di un progetto». E Marconi si lascia andare ai ricordi. «Ripenso al debutto con “La cortigiana”, c’era tutta Tolentino sul palco. Quante nottate e giorni trascorsi in teatro per le prove. Sento un dolore molto forte». E il futuro? «Lo vedo molto nero. Ed è nero anche per Tolentino». Quelle fiamme hanno ora lasciato il posto solo ai ricordi in chi ha mosso i primi passi al Vaccaj. «Quelle fiamme – dice con commozione l’attore Cesare Bocci – hanno ucciso il mio padre professionale. E’ una notizia terribile, che ancora stento a credere perché mi sembra impossibile che possaessere accaduta». L’attore, tra i protagonisti anche della fortunata serie televisiva “Il commissario Montalbano”, sottolinea che un teatro rappresenta una ricchezza. «La Compagnia della Rancia è cresciuta lì, su quel palcoscenico. Lì tanti di noi hanno iniziato la carriera e lì sono stati preparati brillanti spettacoli. La Compagnia della Rancia è il Vaccaj e io sono nato lì». Ed ecco che la straordinaria unione Vaccaj – Compagnia della Rancia è stata per molti giovani un’opportunità, l’occasione per far strada nel difficile mondo dello spettacolo. L’uno ha aiutato l’altro ed entrambi sono cresciuti. Dal 1988 la Compagnia della Rancia, fondata nel 1983, è la principale società di produzione di musical in Italia. E adesso c’è anche una speranza che investe tutti, e non solo la città di Tolentino. «L’augurio – è l’auspicio dell’attore Cesare Bocci – è che ci siano la volontà e i mezzi per ricostruirlo. Il teatro è un luogo fondamentale per una città, un punto di riferimento imprescindibile e non è certamente un caso che la Compagnia della Rancia abbia spiccato il volo quando il teatro è ritornato a una nuova vita». E adesso l’augurio è che questo teatro torni a una nuova vita.
da "Il Resto del Carlino" del 30/07/2008
L’attore e regista impietrito davanti alle macerie
Il dolore di Marconi “Quel palco perduto”
Edoardo Danieli
La testimonianza TOLENTINO – Il teatro non contempla la morte. Si muore in scena e, calato il sipario, ci si rialza per bearsi degli applausi. Questa volta, invece, il sipario che scende sul Vaccaj non contempla applausi. Solo dolore. A cui dà corpo e voce Saverio Marconi impietrito davanti al rogo. Attore, regista, che proprio su questo palcoscenico ha consolidato la propria carriera. Tolentino è uno dei simboli del teatro municipale delle Marche e il dolore di Marconi è il dolore di una intera città. “E’ un dolore fisico” dice quando le fiamme sono ormai domate e c’è ormai la certezza che del teatro sia rimasto ben poco. L’attore ha saputo dell’incendio da una telefonata; poi dalla sua abitazione ha visto la colonna di fumo che non dava spazio alla speranza.”Non esiste più, è tutto distrutto, è caduto il tetto, distrutto il palco”, dice Marconi. “Se ne sono andati più divent’anni della mia vita – e la voce s’incrina -. E’ andata in fumo tutta l’attività legata a questo teatro. Non salirò più su quel palcoscenico, non farò più spettacoli qui…”. C’è la disperazione dell’artista e quella della persona. “Nel teatro – ricorda Marconi – c’era il busto di Giuseppe Bezzi (musicista, allievo di Livio Liviabella, ndr) che era mio nonno”.Una tradizione, quella musicale, che Marconi aveva, dapprima abbandonato, percorrendo la carriera di attore, e che invece l’ha portato alle vette del teatro musicale internazionale. E i primi passi, Marconi, insieme a Tommaso Paolucci e Michele Renzullo, li hanno mossi proprio al Vaccaj, con una scuola di recitazione e poi con la mitica Compagnia della Rancia. “Ma al Vaccaj – ricorda Marconi – cominciammo ancora prima della Bottega”. “La piccola bottega degli orrori”, il primo musical, quando in Italia neppure se ne parlava. “La Compagnia è nata nel 1983 – prosegue Marconi – e dal 1986 abbiamo iniziato anche la gestione del teatro, perché prima il teatro era stato fermo per venti anni”. E adesso? Marconi non riesce a vedere un futuro. “Ci vorrà del tempo – dice – molto tempo, questo bene o male è un teatro di provincia, non è il Petruzzelli. Una brutta fine”. Dalla scuola di recitazione alla Compagnia della Rancia “Se ne sono andati venti anni della mia carriera”.
Dal "Corriere Adriatico" del 30/07/2008