Da Vanity Fair – di Sara Calamandrei
Michelle Hunziker (Tutti Insieme Appassionatamente, Cabaret) potrebbe essere una brava giocatrice di poker, perché dietro il suo sorriso riesce sempre a celare le esperienze che più l’hanno ferita. Spiritosa e piena di bellezza, fa pensare che abbia ottenuto tutto con facilità. Invece ogni volta che si svela, con grande semplicità, lascia sempre intravedere le pieghe più profonde del suo animo che la fanno amare molto anche dalle donne.
Questa volta su Instagram ha voluto condividere un’importante riflessione sulla femminilità, a partire proprio dalla sua: «Amo l’essere nata donna ma molte volte mi sono sentita più maschio dei maschi. Fino ai 10 anni mi scambiavano per un maschietto, giravo con capelli a spazzola, pantaloni di velluto e toppe sulle ginocchia perché cadevo spesso con i pattini. I miei amici erano tutti maschi. Ero dinamica e molto monella».
Quello che da bambina era soltanto un divertito modo di essere, da grande si è trasformato quasi in esigenza: «Interpretare il ruolo maschile mi ha “salvato” dalle conseguenze della mia femminilità sugli altri. Mi spiego: appena ho iniziato a rendermi conto di avere femminilità e, perché no, sensualità durante l’adolescenza il risultato è sempre stato poco soddisfacente». Pur desiderando piacere, naturalmente, le dava fastidio essere considerata solo per l’aspetto fisico: «Mi fischiavano dietro e mi prendevano poco sul serio perché bionda o con il culetto carino. Se provavo a fare discorsi strutturati venivo svalutata e tutto si riduceva all’estetica». Anche nel mondo del lavoro, confessa, non sempre è stato semplice farsi apprezzare.
Non dev’essere stato semplice, anche perché uno dei suoi primi lavori, quando aveva solo 17 anni, fu la pubblicità di un rinomato marchio di slip in cui era fotografata di spalle, una lunga treccia bionda e il sedere in primo piano. Una volta raccontò divertita il casting: «Aprì la porta dello studio e davanti a me 300 ragazze tutte in fila da dietro con i pantaloni abbassati e le ‘ciapett’ di fuori! Pensai a un brutto scherzo e chiamai la mia agenzia arrabbiandomi! Loro mi dissero che era una pubblicità importante in Italia. Mi presero garantendomi che mai nessuno avrebbe scoperto la faccia “dietro” al culo!».
Con questi esordi avrà sicuramente avuto difficoltà a far accettare anche tutto il resto del suo corpo e, soprattutto, della sua testa. Oggi, però, è comunemente riconosciuta non solo l’evidente bellezza, ma anche la forza, che le ha permesso di superare periodi difficili, come quando fu plagiata da una sedicente santona che per un certo periodo di tempo la allontanò dalla famiglia. Essere passata attraverso queste esperienze l’ha resa credibile, sia quando si racconta divertita sia quando dà voce alla Fondazione Doppia Difesa, dedicata alla lotta alle discriminazioni e creata da lei insieme all’avvocato Giulia Bongiorno. E ancora una volta riesce a incoraggiare tutte le donne (ma non solo) concludendo il post: « A volte per proteggerci dalla discriminazione noi donne ci trasformiamo in uomini “testosteronici”. Le cose finalmente stanno cambiando, per tutti coloro che si sono sentiti “diversi” a causa di una cultura sbagliata… stiamo finalmente camminando nella direzione giusta: l’accettazione che non esiste “diverso” ma originale, autentico… semplicemente umano».
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