La Ferilli esclusa dalla notte degli Oscar

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Scritto da: Redazione • 7 Marzo 2014
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Il disappunto è comprensibile. Nel calcolo delle probabilità, non capita spessissimo nella carriera di un’attrice italiana (che non sia Sophia Loren) di recitare in un film che arriva agli Oscar. E se succede, non sfilare sul tappeto rosso con un «vestito straordinario, i gioielli pure» può deludere parecchio. È un po’ come per un calciatore della nazionale guardare la finale dei Mondiali a casa, dalla tv. Si spiegano così, forse, le punture di Sabrina Ferilli (Un Paio d’Ali, Rugantino) alla gestione della spedizione losangelina per sostenere "La grande bellezza" agli Oscar. Piccole note scure che sono scappate qua e là all’attrice, tra «la grande gioia» e «l’orgoglio» per aver fatto parte di un film così. Il grosso dell’amarezza è passato dalle pagine di Chi: «Il vestito era straordinario, i gioielli pure. Non c’ero io con tutta quella roba addosso. Mi dispiace molto non essere stata lì, non aver sfilato sul red carpet. E non soltanto per me, ma anche perché l’immagine che si ricorda nel corso del tempo della notte degli Oscar è costituita dalle foto delle attrici che solcano il tappeto rosso in abiti favolosi… È come se mancasse qualcosa». Dichiarazioni che, unite all’accusa — pur anticipata dalla premessa: «Faccio un discorso generale» — di non saper fare squadra nel nostro Paese le sono valse un Tapiro d’oro. Durante il filmato andato in onda martedì a Striscia la notizia, l’attrice non sembrava raggiante. E se da una parte provava a minimizzare («Loro mi hanno invitato, non è che non mi hanno invitato…»), dall’altra ogni tanto le partiva il fioretto: «È meglio che faccia io la figura della maleducata che loro». Staffelli: «Sorrentino si è anche dimenticato di ringraziarla». E lei, sarcastica: «Però ha ringraziato Maradona». Infine, alla domanda se non farà più film con Sorrentino, un’altra bacchettatina: «Sarà Sorrentino che non lo farà più con me». Il regista in realtà arriverà oggi in Italia e pare che sia del tutto all’oscuro di questi piccoli rimproveri: il clima per lui e la produzione è ancora quello dei festeggiamenti. Nessuna voglia di polemizzare, insomma. Anche perché il problema sarebbe stato sostanzialmente matematico: dall’Academy erano stati dati solo quattro biglietti di platea per ciascun film straniero. (Fonte: corriere.it – Chiara Maffioletti)

 

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