Terrena Onlus e Prato Film Commission presentano "L’Acqua cheta Il musical" in prima nazionale al Teatro Politeama Pratese il 24 e 25 novembre 2012. Il testo più noto di Augusto Novelli, scritto nel 1908 e diventato operetta nel 1920 con musiche di Giuseppe Pietri, si trasforma per la prima volta in un musical. Caposaldo assoluto del teatro di Novelli, fu rappresentata la prima volta al Teatro Alfieri di Firenze il 29 gennaio 1908 dalla compagnia del Teatro fiorentino diretta da Andrea Niccòli. Un affresco unico su carattere e caratteristiche di uno spirito ormai quasi perduto. Un cast d’eccezione diretto da Sandro Querci ( Il principe della Gioventù, Da Malaparte in poi, al suo attivo 30 spettacoli di prosa, 11 musical, 6 film, 7 regie teatrali, 2 regie al cinema) che imprime alla regia un taglio imprevisto e inedito: Francesca Taverni (Cats per la Stage Entertainment in Germania, vincitrice nel 2000 del premio IMTA come Miglior Performer Femminile in Italia con Rent, A Chorus line, Mamma mia!); Bruno Santini (a teatro in Pane altrui con Salvo Randone, Enrico IV, al cinema in A spasso nel tempo, Il ciclone, in TV Carabinieri, Distretto di polizia 6, e nella fiction Caruso); Laura Galigani (Alice nel paese delle meraviglie, Grease, Sister Act); Mario Zinno (Il ritratto di Dorian Gray, Masaniello il musical, Gl’innamorati, in tour con Massimo Ranieri in Viviani varietà); Camillo Grassi (in teatro Alcesti, Lisistrata, Il borghese gentiluomo, al cinema Cantando dietro i paraventi di Ermanno Olmi, Pinocchio di Roberto Benigni); Silvia Querci (Pinocchio il grande musical, Chicago, Giulietta e Romeo Opera popolare, Il principe della Gioventù, Mina Vagante e di recente vincitrice del Festival della Canzone Italiana a New York), Claudia Cecchini (Biancaneve il musical); Riccardo Borsini (Sette spose per sette fratelli, Dance, Stanno suonando la nostra canzone). In scena anche Cristian Ruiz (Jesus Christ Superstar, La Cage aux Folles, Happy Days, La bella e la bestia, Alta Società) che cura le coreografie.
La trama
Firenze, anni ’20. Cecco, giovane falegname e studente all’Università popolare, ripara un mobile in casa del vetturino Ulisse, ma cerca di tirare il lavoro per le lunghe: si è infatti innamorato di Anita, figlia di Ulisse, che lo ricambia timidamente. Mamma Rosa e la sorella Ida, però, tengono d’occhio la ragazza e quando Cecco trova il coraggio di chiederla in sposa, la madre gli risponde seccamente di no. Giunge il nuovo dozzinante Alfredo, sedicente giornalista: è un giovane dai modi educati che entra subito nelle grazie di Mamma Rosa. Mentre il resto della famiglia è fuori per la festa della Rificolona, Anita e Cecco amoreggiano in giardino. Arriva Ulisse, e al giovane non resta che salire sull’albero di fico per non farsi scoprire. Dal suo nascondiglio ascolta una conversazione dalla quale capisce che Alfredo e Ida stanno progettando una fuga d’amore. Mamma Rosa è affranta per la fuga dei due giovani, e Ulisse chiama un avvocato per decidere il da farsi. A questo punto Cecco annuncia di essere riuscito a bloccare i fuggiaschi, con l’aiuto dello stalliere Stinchi, e di averli rinchiusi in una stanza. La riconoscenza dei genitori gli frutta il sospirato consenso al matrimonio, e anche Ida e Alfredo, ottenuto il perdono, finiranno con lo sposarsi.
La musica
Le tendenze operistiche di Giuseppe Pietri risaltano anche in questa partitura. La strumentazione è raffinata. Il libretto e l’ambientazione popolare impongono qualche concessione al folklore, con motivi orecchiabili, come la stornellata di Cecco e la notissima canzone della rificolona. L’acqua cheta è ritenuta il vero e proprio inizio del teatro in vernacolo fiorentino. Un autentico capolavoro, raramente proposta dal vivo integralmente. In tv nel 1955 con Odoardo Spadaro e nel 1973 con Ave Ninchi, Renzo Montagnani, Gianrico Tedeschi. Viene qui proposta, utilizzando partiture originali oramai introvabili ma che la Direzione Artistica possiede e di cui pertanto si avvale per la messa in scena. Nello spettacolo è presente un inserto musicale del film che andò in America e alcune “chicche” strumentali del maestro Riz Ortolani.