La star del musical inglese Michael Ball sarebbe interessata a produrre per il West End il musical tratto dal bestseller editoriale e cinematografico degli anni ’70 "Love Story", già messo in scena al Festival teatrale di Chichester. Lo show ha le musiche di Howard Goodall (The Hired Man, Days of Hope, Two Cities), su libretto di Stephen Clark (The Far Pavilions) e liriche di Clark e Goodall; la regia è di Rachel Kavanaugh. Ball, al suo debutto come produttore, pensa di investire 250.000 sterline e sarebbe affiancato da Adam Spiegel e Stephen Waley-Cohen per far debuttare lo show a Londra il prossimo novembre. "Love Story", scritto da Erich Segal nel 1970 fu un fenomeno sia letterario che cinematografico: bestseller in vetta alla classifica stilata dal New York Times, Love Story divenne il libro di fiction più venduto negli Stati Uniti nel 1970 e venne tradotto in 33 lingue in tutto il mondo. Il film, interpretato da Ryan O’Neal e Ali Mac Graw e diretto da Arthur Hiller, fu il numero uno ai box office del 1971. La colonna sonora di Francis Lai vinse il premio Oscar. E’ la storia melodrammatica e strappalacrime del giovane Oliver Barrett, ricco studente di Harvard e giocatore di hockey, che incontra in una biblioteca la semplice italo-americana Jennifer Cavalleri, studentessa di musica e di forte carattere che all’inizio dà del filo da torcere al ragazzo di buona famiglia. Nonostante le differenze sociali i due si amano profondamente e, contravvenendo alle condizioni imposte dal padre di Oliver che non approva l’unione, decidono comunque di sposarsi con una cerimonia originale e molto intima alla quale partecipa anche il padre della ragazza. Per coronare il loro sogno d’amore entrambi sono costretti a rinunciare a qualcosa: lei rifiuta una borsa di studio a Parigi, dove ha sempre sognato di andare, e lui interrompe completamente i rapporti con i genitori. Queste scelte li costringono a vivere in severe ristrettezze economiche, mentre lei lavora come insegnante per sbarcare il lunario e lui entra alla facoltà di legge di Harvard dove si laurea con voti altissimi. Quando finalmente Oliver viene assunto da un prestigioso studio legale di New York e Jenny può smettere di lavorare, la coppia decide di mettere su famiglia ma non riescono ad avere figli. Entrambi si sottopongono ad accertamenti clinici dai quali si scopre che Jenny è affetta da una forma di leucemia fulminante e che le resta poco da vivere. La storia termina con la morte della ragazza, come annunciato all’inizio da Oliver stesso, che si dispera ai bordi di una pista di pattinaggio sul ghiaccio dove aveva trascorso gli ultimi momenti felici insieme a Jenny. "Amare significa non dover mai dire: mi dispiace" fu lo slogan del libro e del film.