Saverio Marconi: compie 60 anni il re dei musical

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Scritto da: Redazione • 27 Marzo 2008
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Saverio Marconi, indiscutibilmente il punto di riferimento per chi fa e per chi ama il musical in Italia, l’1 aprile compie sessant’anni. Per l’occasione ci ha concesso un’intervista esclusiva che trovate più sotto.

 

 

Per inviare i tuoi auguri a Saverio Marconi
scrivi a saverio.marconi@musical.it

 

 

Il curriculum completo di Saverio Marconi

  Foto a lato: Enrico Vallin/Photomovie  

 

Maestro Marconi, innanzitutto… auguri!

Eh sì, sono arrivati i sessanta…

E lei li festeggia con uno spettacolo di grande successo e decisamente “giovanissimo” come “High School Musical”

Sì e ne sono molto felice, soprattutto perché è uno spettacolo che avvicina un pubblico nuovo, il pubblico dei giovanissimi, al teatro e al musical in particolare. E’ stata una grossa responsabilità perché era un dovere fare uno spettacolo bello, accattivante, piacevole, “forte” affinché questo pubblico si potesse innamorare di questo genere teatrale, di questo modo di raccontare; era un’occasione quindi da non sottovalutare ma da quello che vediamo, dalle manifestazioni di entusiasmo e dal gran numero di biglietti venduti… forse ci siamo riusciti!

Una foto di scena da "High School Musical"

Ed è stato anche il primo musical targato “Disney” giunto in Italia

Sì ed è stato un incontro affascinante; è nato un ottimo rapporto, ci capiamo, siamo sulla stessa “lunghezza d’onda” mi sento di dire: speriamo quindi che la collaborazione possa continuare e crescere in futuro.

Nello show noi “patiti” di musical abbiamo notato parecchie citazioni. Conferma?

Certamente, ma secondo me non le avete notate proprio tutte.

Personalmente, a parte “Grease” che è proprio nel testo, ho trovato un po’ di “A Chorus Line”, un po’ di “The Producers”, anche un richiamo ad una scena di “Cantando sotto la pioggia”. E poi Sharpay canticchia un brano di “Jesus Christ Superstar”.

Solo per musical.it vi dico anche che la suoneria del cellulare del personaggio di Gabriella, che sta provando per “Giulietta e Romeo” in musical,  è un frammento della colonna sonora di “Romeo e Giulietta” di Zeffirelli.

Fantastico! Questo non lo avevamo notato, lo ammetto! Torniamo a parlare di Saverio Marconi e di questo importante traguardo privato: i 60 anni. La passione per lo spettacolo quando è nata?

E’ un amore che è nato già quando ero piccolissimo e poi si è consolidato nel tempo; devo dire che nel mondo dello spettacolo mi posso considerare un uomo fortunato perché ho sempre vissuto del mio lavoro. Ho cambiato spesso direzione ma da oltre vent’anni ormai mi dedico quasi esclusivamente al musical o al teatro musicale. Mi è piaciuto anche affrontare il teatro lirico, che è sempre teatro musicale, ma la grande “passione” è indubbiamente il musical, che ho amato già da bambino: mi ha sempre affascinato questo modo unico di raccontare le storie con la musica, le canzoni, la danza, le grandi scenografie in movimento… Però ho anche sempre detto che 60 anni rappresentano un momento importante per cominciare a pensare molto di più a se stessi che non al lavoro. Quindi se fino a ieri io vivevo per il lavoro adesso vorrei cominciare un po’ di più a vivere grazie al lavoro che ho già fatto, perché ho tante altre cose che ho voglia di fare, altri interessi che ho voglia di coltivare.

Com’è stato adesso lavorare con un cast di ragazzi così giovani come quello di “High School Musical”?

Certamente stimolante e divertente. Erano tutti molto inesperti ma determinati. Abbiamo fatto insieme una “full immersion” nel mondo del teatro: non soltanto per insegnare loro come si sta in scena, ma anche come si deve stare dietro le quinte. Sono molto soddisfatto e  molto contento perché tutti questi ragazzi posso dire, con un po’ di presunzione, che cominciano bene. Alcuni di loro provenivano da alcune esperienze che definirei un po’ “cialtrone” o “pseudo amatoriali” – non dico amatoriali perché chi fa il teatro amatoriale, come dice il termine, il teatro lo ama… mentre coloro cui mi riferisco con certi comportamenti al teatro fanno solo male – e quindi è stato bello far capire loro come invece devono funzionare le cose per fare un prodotto, che poi può piacere o meno, ma che è indubbiamente professionale. Io da giovane sono stato fortunato in questo senso perché la mia prima scrittura l’ho avuta da Garinei & Giovannini: si trattava di uno spettacolo di prosa e non una commedia musicale, però la qualità dell’allestimento, dei colleghi (Paolo Stoppa, Enrico Maria Salerno solo per citarne due) e dell’organizzazione tutta erano davvero di altissimo livello. Quindi ho avuto un “imprinting” molto forte sulla serietà e la passione che occorre impegnare in questo lavoro. Spero di fare altrettanto con questi giovani.

Una scena dal film "Padre Padrone" dei fratelli Taviani

Lei ha appunto cominciato come attore, ha avuto un grande successo anche nel cinema recitando per i Taviani, Pontecorvo, Squitieri, Comencini e altri. Non ha mai nostalgia per il lavoro di attore?

In effetti un po’ ora sì. Ho un bel progetto in testa, ho bisogno di un po’ di tempo per svilupparlo, ma si tratta di un allestimento di prosa per un teatro piccolo e so già anche quale teatro specifico. E’ un testo drammatico: una bella riflessione sulla vecchiaia. Spero prima o poi di realizzare questo desiderio.

Una scena da "Ogro" di Gillo Pontecorvo

E tutti noi saremo ad applaudire, naturalmente. A condizione che non si dimentichi dei musical! A questo proposito se potesse scegliere di mettere in scena un musical, indipendentemente dai diritti e dalle difficoltà di produzione, c’è un musical in particolare che vorrebbe poter dirigere?

Beh… ce ne sono tanti che mi piacerebbe fare o rifare, perché ognuno ha una particolarità che mi stuzzica. Però la cosa che più mi interessa e mi diverte è crearne uno nuovo: è per me la cosa più affascinante.

Come vede il presente e il futuro del musical in Italia?

Sul presente preferirei non parlare… in questa stagione si sono sentite cose davvero umilianti su alcune produzioni; situazioni inqualificabili che hanno messo in difficoltà pure professionisti molto seri. E anche dal punto di vista artistico circolano spettacoli che fanno male al musical e al teatro in generale: non è questione di bello o di brutto ma di conoscere un lavoro o non conoscerlo.  Non tutto è così, grazie al cielo, ma purtroppo ultimamente ci sono molte situazioni di questo genere. Di positivo, per il futuro, vedo il livello dei performer, che è sempre più alto. E questo mi fa ben sperare.

Intervista di Massimo Davico

Saverio Marconi in un servizio fotografico del 1983

Una foto di scena da "Voltati Eugenio" di Luigi Comencini

Saverio Marconi sulla copertina di "Vogue Uomo" nel 1978

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