Luca Barbareschi (Chicago in teatro in Italia e a Londra) il 28 luglio ha compiuto 60 anni e nei giorni scorsi, in occasione di un compleanno così importante, ha rilasciato un’intervista a Il Fatto Quotidiano. L’attore e regista ha raccontato la sua vita piena di eccessi, il suo rapporto con la droga e ha rivelato che non lascerà nulla in eredità ai figli. Luca Barbareschi ha scritto una lettera ai 5 figli riuniti per festeggiare il suo compleanno: "Nella vita mi sono preso sempre il lusso di dire la verità a iniziare da loro. Non gli ho nascosto niente, gli errori e le cose belle", ha spiegato. Gli ha parlato dei suoi sbagli: "Ho sbagliato spesso, mi sono drogato, sono stato egoista", gli ha detto. E gli ha anche fatto sapere che non gli lascerà nemmeno un centesimo: "E’ stato un trauma – ha rivelato – ma hanno potuto studiare in scuole interdette al 99,7 per cento degli esseri umani, possiedono più di un passaporto, conoscono le lingue, sono svegli e colti e possono lavorare ovunque. Nella mia logica errante, ai miei figli non lascio denaro, ma le opportunità di farsi strada nel mondo". "I figli dei ricchi sono irrimediabilmente cretini – ha aggiunto – Non hanno motivazioni e sono spesso divorati dai padri. Murdoch, Feltrinelli, Agnelli. I figli chiedevano aiuto e carezze e loro, magari senza rendersene conto, si giravano dall’altra parte. Edoardo diceva all’Avvocato che si era innamorato e Gianni rispondeva: ‘Solo le cameriere si innamorano’". Luca Barbareschi nell’intervista ha poi parlato della sua vita a New York. Erano gli Anni 70: "La droga – ha detto – l’avevo incontrata prima. A Milano girava di tutto. Lsd, mescalina, cocaina, fumo. E noi tutti, come idioti, a drogarci pensando di essere eversivi. L’eroina te le regalavano. Dei miei compagni di liceo in sei morirono di overdose". Tra i ricordi di Barbareschi anche uno scontro avuto con Alberto Barbera, direttore artistico della Mostra del Cinema di Venezia, che lo escluse dalla kermesse con il film "Somethig Good": "Portatore sano di forfora – urlai – quando te ti facevi le seghe a Torino, io chiavavo Naomi Campbell, pippavo con Lou Reed a Kansas City, aravo con il cazzo il mondo e guadagnavo miliardi, hai capito? Non voglio essere amico tuo, testa di cazzo". (Fonte: gossip.it scritto da Francesca Romana Domenici)