Natalie Cole, la figlia del mito del jazz Nat King Cole che aveva dedicato la sua vita e la sua carriera a tenere attuale la legacy paterna, è morta a 65 anni in un ospedale di Los Angeles per problemi di cuore. Lo ha annunciato la sua publicist, Maureen O’Connor: "Se ne è andata con coraggio e dignità, proprio come aveva vissuto. Resterà indimenticabile nei nostri cuori". Natalie era in tutti i sensi "jazz royalty" – lei stessa aveva definito la sua infanzia dorata a Los Angeles come quella di una "Kennedy nera" – ma a lungo aveva combattuto con le conseguenze del suo passato abuso di stupefacenti. "Natalie Cole, amata sorella di sostanza e suono. Che la sua anima riposi in pace", ha twittato il leader nero ed ex candidato presidenziale Jesse Jackson. Natalie pareva una donna finita, ma due soggiorni in clinica avevano fatto il miracolo. Rimasta sobria per il resto della vita, Natalie Cole era riemersa come artista pop alla fine degli anni Ottanta con una cover di "Pink Cadillac" di Bruce Springsteen e i single "Jump Start My Heart" e "I Live for Your Love. Nel 1991 con l’album "Unforgettable … With Love", Natalie Cole aveva venduto 14 milioni di copie e vinto sei Grammy. Tutte canzoni di papà rielaborate: Natalie aveva mixato il brano "Unforgettable" con la versione registrata del grande Nat creando un memorabile duetto tra padre e figlia. Il passato da tossicodipendente le avevano pero’ creato gravi problemi di salute. Nel 2008 le era stata diagnosticata una epatite C, l’anno dopo era finita in dialisi e aveva subito un trapianto di reni. Sempre più debole di recente aveva cancellato concerti in novembre e un’altra apparizione il prossimo febbraio. Era salita sul palcoscenico per l’ultima volta a New York nel giugno 2014 per la celebrazioni degli 80 anni dell’Apollo Theatre.(Fonte: ANSA) Nel 2004 aveva interoretato il film "De-Lovely" sulla vita del compositore Cole Porter.