Arianna Bergamaschi, in arte solo Arianna (Pinocchio il grande musical, La Bella e la Bestia, The Best of Musical), è l’ex enfant prodige che mai si stanca delle operazioni pop. Cresciuta a pane e musica, tra lezioni di ballo e performance teatrali, ha prestato la voce ad un’infinità di canzoni Disney, collaborato con artisti internazionali e vestito i panni di Belle nel musical campione di incassi. A quarant’anni, con un pancione ormai ben visibile e un anello al dito, ha deciso però di fare un passo indietro. «C’è stato un momento nella mia vita in cui le soddisfazioni professionali sono state tante, quelle private poche. Ero sola e ho capito che non avrei potuto essere una zingara per sempre. Oggi la mia vita privata è ciò che più conta». Spente le 25 candeline di carriera, Arianna ha deciso di mettere al primo posto la famiglia. «Basta stanze di hotel e viaggi continui. Ho un figlio in arrivo, cui ho dedicato una vecchia canzone. Voglio pensare a lui», racconta presentando il video di Quel che sarai, cover di Staying alive cantata su un diverso arrangiamento, con un testo completamente inedito. Quel che sarai, di cui da poco ha girato il video, è una canzone scritta nel 2004. Come vedeva allora il suo futuro? «In quel periodo, non avevo nessuna voglia di diventare mamma. Per qualche motivo, però, mi sono trovata a fantasticare su come sarebbe stato mettere al mondo un maschietto. Un esserino forte, in grado di perpetrare il modello Tony Manero». Dal punto di vista artistico? «Assolutamente no. Non auguro a mio figlio di essere precario. Solo, spero che abbia un carattere forte, quasi fosse cresciuto sulla strada. La mia famiglia mi ha insegnato l’importanza della fatica: nulla è da dare per scontato» Qual è stato il ruolo di sua madre, Graziella Caly, nella sua vita di donna? «Mi ha insenato rigore e disciplina. Vengo da una famiglia matriarcale. La mia bisnonna era medaglia d’oro alla cultura. Ha preso un bastimento a fine Ottocento ed è andata ad insegnare in Argentina. Mia nonna, maestra di pianoforte, ha cresciuto tre figli. Mia madre, invece, ha lasciato casa per cantare a Beirut. Mi ha resa una donna tosta». Dunque lei si augura di fare lo stesso? «Certo. Mi auguro, poi, di sapere crescere un uomo vero. In giro, vedo tanti bambinoni attaccati alle gonne delle madri. Vorrei che mio figlio conoscesse galanteria, sicurezza e rispetto». Oggi lei ha 40 anni, ha festeggiato i 25 di carriera e l’inizio di un’avventura nuova, la maternità. Sul fronte musicale, invece, cosa la aspetta? «Ho in ballo diversi featuring internazionali. Qualcosa di diverso rispetto a quanto fatto in estate con Shaggy o con Pitbull mesi fa. L’idea è di pubblicare un album che raccolga i miei duetti. Pancia permettendo, spero di farlo uscire tra la prossima primavera e settembre 2016». Lei ha cominciato a lavorare che ancora non aveva compiuto un anno. Non sente mai di aver sacrificato l’infanzia? «È una cosa cui ho pensato. Ad oggi, però, rifarei tutto. Ho giocato meno a pallone, comprato poche Barbie, ma ho avuto opportunità che in pochi hanno. Quando ti trovi a cenare a casa di Quincy Jones ti rendi conto che il gioco è valso la candela». A 15 anni, dopo aver sbaragliato la concorrenza di duemila coetanee, si è aggiudicata un contratto come testimonial Disney. Che ricordo ha di quei provini? «Sono stati lunghi, quasi interminabili. Volevano un personaggio che non fosse solo una cantante, ma che li rappresentasse in toto. Era quello che dicevo, la mia immagine, il mio look ad essere passato al vaglio».Per chi è nato negli anni Ottanta, lei è la ragazza de La Sirenetta. Non le sembra mai di essere troppo vincolata quell’etichetta? «Ultimamente, credo che questa cosa della Disney stia scemando. Pitbull ha dato una svolta e lo ringrazio. Sono grata alla Disney: non fosse per quel contratto non sarei qui. Quell’esperienza, però, è diventata un peso. Ne è passata di acqua sotto i ponti, ma non tutti hanno capito che posso cantare qualcosa di più delle canzoni per bambini». Cosa le piacerebbe fare adesso? «Vorrei riuscire a portare al cinema quel che faccio in teatro. I musical, le canzoni. Mi piacerebbe un giorno cimentarmi con il repertorio di Barbra Streisand, mito assoluto e ineguagliabile»…continua a leggere dalla fonte Vanity Fair – di Claudia Casiraghi