I PROSSIMI LAVORI DELLA COMPAGNIA DELLA RANCIA, A TORINO CON «DANCE»
Anche Pinocchio tra i Bulli e le Pupe
Saverio Marconi: «Per il burattino avremo le musiche dei Pooh»


TORINO
Saverio Marconi supermanager del musical con la sua Compagnia della Rancia. In questi mesi portano la sua firma quattro spettacoli che girano per i teatri italiani: «Hello, Dolly!», «Grease», «La piccola bottega degli orrori» e «Dance» (in replica all´Alfieri di Torino sino al 10 febbraio). E intanto lui sta lavorando a due nuovi spettacoli: un classico di Broadway, «Bulli e Pupe», una novità, «Pinocchio», che avrà le musiche dei Pooh. Poi c'è un progetto di diversificazione: fare crescere nuovi registi in casa.

Parliamo di «Bulli e Pupe», storia ambientata nella New York dei giocatori d´azzardo e dell´Esercito della Salvezza e per il quale l´altro giorno a Milano e poi il 10 e l´11 a Roma si tengono le audizioni per cantanti, attori e ballerini.
«Debutterà al festival dell'operetta di Trieste la prossima estate, come ormai è consuetudine delle nostre produzioni. E' uno dei titoli più famosi di Broadway grazie anche alla versione cinematografica con Frank Sinatra e Marlon Brando. La novità è anche che non firmo la regia. Farò soltanto una supervisione. Il regista sarà Fabrizio Angelini che è con noi dai tempi di "Chorus Line". Ha recitato, ballato, poi coreografato "Sette spose per sette fratelli", "Hello, Dolly!". Ha collaborato alla regia degli ultimi due nostri spettacoli: la riedizione di "Grease" col nuovo cast, e il nuovo "Piccola bottega degli orrori". Credo molto nelle sue doti. Col passare degli anni la Compagnia della Rancia si è troppo identificata con me. Deve essere soprattutto una società che produce musical. Non posso fare tutto io».
Perché avete scelto «Bulli e pupe»?
«Perché è un classico divertente, sentimentale, con numeri belli di danza, bellissime canzoni: il sottotitolo è "Una favola di Broadway". C'è una versione teatrale e una cinematografica. Questo è un po' il nostro problema di sempre. Il rischio e il vantaggio. Tutti conoscono "Bulli e pupe" perché lo hanno visto al cinema o in tv, ma poi proprio il confronto con lo smalto e la perfezione cinematografica penalizza lo spettacolo dal vivo in teatro. La stessa cosa è successa con "A Chorus Line" o con "Sette spose per sette fratelli". Questo era addirittura partito come film ed è diventato poi un musical teatrale.
Adesso ci sono le audizioni. Pensate di avere nomi forti, famosi, nei ruoli principali o di lanciare degli sconosciuti?
«I protagonisti sono quattro, si pensa di fare un misto fra nomi famosi e debuttanti».
Intanto va avanti il progetto «Pinocchio»: perché questo titolo e quando andrà in scena?
«Desidero avere del tempo per poter fare spettacoli nuovi. Ci hanno sempre detto che il musical non appartiene all'Italia e voglio dimostrare che non è vero. E´ un lavoro lungo e faticoso, devo impararlo io per rimo. Ci sono stati "Fregoli", "Le notti di Cabiria", che però era molto sull'intellettuale, un piccolo musical, poi "Dance" e adesso c'è "Pinocchio" che avrà le musiche dei Pooh. Le canzoni sono già pronte, tutte inedite. Stiamo lavorando sulla storia, sull'impostazione. Penso che quella del burattino sia una storia universale, e l'universalità è data dalla sua ambiguità".
Aveta già quelche idea sui personaggi? Farete audizioni?
«Sì, in questo caso cerco proprio persone che siano giuste per il ruolo e incomincerò a cercare i personaggi verso marzo. Il debutto è previsto fra un anno circa, nel gennaio 2003, ancora non so dove, forse a Milano».
Sogni nel cassetto?
«Portare in Italia "Nine" che ho già fatto a Parigi e che è parte da "8 e mezzo" di Fellini».
Sergio Trombetta
da "La Stampa" del 6 febbraio 2002