I PROSSIMI LAVORI DELLA COMPAGNIA DELLA RANCIA, A TORINO CON «DANCE» | |
Anche Pinocchio tra i Bulli e le Pupe | |
Saverio Marconi: «Per il burattino avremo le musiche dei Pooh» | |
TORINO Saverio Parliamo di «Bulli e Pupe», storia ambientata nella New York dei giocatori d´azzardo e dell´Esercito della Salvezza e per il quale l´altro giorno a Milano e poi il 10 e l´11 a Roma si tengono le audizioni per cantanti, attori e ballerini. «Debutterà al festival dell'operetta di Trieste la prossima estate, come ormai è consuetudine delle nostre produzioni. E' uno dei titoli più famosi di Broadway grazie anche alla versione cinematografica con Frank Sinatra e Marlon Brando. La novità è anche che non firmo la regia. Farò soltanto una supervisione. Il regista sarà Fabrizio Angelini che è con noi dai tempi di "Chorus Line". Ha recitato, ballato, poi coreografato "Sette spose per sette fratelli", "Hello, Dolly!". Ha collaborato alla regia degli ultimi due nostri spettacoli: la riedizione di "Grease" col nuovo cast, e il nuovo "Piccola bottega degli orrori". Credo molto nelle sue doti. Col passare degli anni la Compagnia della Rancia si è troppo identificata con me. Deve essere soprattutto una società che produce musical. Non posso fare tutto io». Perché avete scelto «Bulli e pupe»? «Perché è un classico divertente, sentimentale, con numeri belli di danza, bellissime canzoni: il sottotitolo è "Una favola di Broadway". C'è una versione teatrale e una cinematografica. Questo è un po' il nostro problema di sempre. Il rischio e il vantaggio. Tutti conoscono "Bulli e pupe" perché lo hanno visto al cinema o in tv, ma poi proprio il confronto con lo smalto e la perfezione cinematografica penalizza lo spettacolo dal vivo in teatro. La stessa cosa è successa con "A Chorus Line" o con "Sette spose per sette fratelli". Questo era addirittura partito come film ed è diventato poi un musical teatrale. Adesso ci sono le audizioni. Pensate di avere nomi forti, famosi, nei ruoli principali o di lanciare degli sconosciuti? «I protagonisti sono quattro, si pensa di fare un misto fra nomi famosi e debuttanti». Intanto va avanti il progetto «Pinocchio»: perché questo titolo e quando andrà in scena? «Desidero avere del tempo per poter fare spettacoli nuovi. Ci hanno sempre detto che il musical non appartiene all'Italia e voglio dimostrare che non è vero. E´ un lavoro lungo e faticoso, devo impararlo io per rimo. Ci sono stati "Fregoli", "Le notti di Cabiria", che però era molto sull'intellettuale, un piccolo musical, poi "Dance" e adesso c'è "Pinocchio" che avrà le musiche dei Pooh. Le canzoni sono già pronte, tutte inedite. Stiamo lavorando sulla storia, sull'impostazione. Penso che quella del burattino sia una storia universale, e l'universalità è data dalla sua ambiguità". Aveta già quelche idea sui personaggi? Farete audizioni? «Sì, in questo caso cerco proprio persone che siano giuste per il ruolo e incomincerò a cercare i personaggi verso marzo. Il debutto è previsto fra un anno circa, nel gennaio 2003, ancora non so dove, forse a Milano». Sogni nel cassetto? «Portare in Italia "Nine" che ho già fatto a Parigi e che è parte da "8 e mezzo" di Fellini». |
|
Sergio Trombetta da "La Stampa" del 6 febbraio 2002 |