.. |
....... |
.. |
|
.. |
|
.. |
|
.. |
....... |
.. |
|
.. |
........ |
.. |
|
.. |
......... |
.. |
|
.. |
......... |
.. |
|
.. |
......... |
.. |
|
|
|
|
STEFANO
DE SANDO: E ADESSO...MUSICAL!
Questa volta Morena ha incontrato per noi
Stefano De Sando attore, autore musicale e doppiatore
cinematografico, ora nel cast del musical "Datemi tre
caravelle"
D. Ciao Stefano, tu sei attore di fiction e di teatro, autore
musicale e doppiatore; quale arte hai incontrato per prima?
R. La recitazione. Tutto è iniziato quando frequentavo la scuola
elementare a Roma e presi parte alla mia prima recita scolastica
in cui interpretavo San Giuseppe. Da quel momento non ho più
smesso di recitare.
D. Com'è proseguito il tuo cammino artistico?
R. Tentai di entrare nell'Accademia d'Arte Drammatica di Roma ma
la commissione mi bocciò perché ero troppo "gassmaniano".
Fortunatamente l'allora direttore dell'Accademia, Ruggero
Jacobbi, vide il mio provino e mi disse che mi voleva con sé a
lavorare. Il primo lavoro che feci, non pagato, fu "Il
Crogiuolo" di Arthur Miller mentre ricevetti il primo stipendio
interpretando il re nell'"Amleto". Allora ero molto giovane,
avevo 18 anni.
D. Hai avuto l'opportunità di lavorare con grandi artisti:
l'esperienza più bella?
R. Ricordo con grande stima ed affetto Vittorio Gassman quando
con lui interpretai "Macbeth" nel 1984. Era e sarà per sempre un
grande artista ed un grande maestro.
D. Veniamo al doppiaggio. Com'è avvenuto quest'incontro?
R. Anche qui, come per la recitazione, il mio amore per quest'arte
è iniziato da piccolo. In estate i miei genitori mi portavano al
mare e lì, di sera, si andava nelle arene a vedere i film. A
quei tempi non c'erano molti soldi così per poter veder un film
più di una volta mi appostavo dietro una siepe molto alta da cui
si potevano sentire solo le voci di coloro che avevano doppiato
il film come il grande Carletto Romano. Io, con la fantasia, "ri-immaginavo"
il film. Così è nato il mio amore anche per il doppiaggio..
D. Ti ricordi il tuo primo provino per il doppiaggio?
R. Certamente e fu un disastro. Dopo aver lavorato con Gassman
fui chiamato per fare il provino ma preso dalla timidezza non
andò bene. Fui, però, richiamato ancora perché il direttore del
doppiaggio capì che ero stato colto dall'emozione. Quella volta
andò bene e fui scelto per dare voce al protagonista di "Tre
uomini e una culla", la versione originale francese.
D. Il doppiaggio che ti ha dato grande popolarità è stato
quello di Robert De Niro...
R. Sono la voce di De Niro da dieci anni e questa grande
opportunità venne subito dopo "Tre uomini e una culla". Il
produttore di "Mission", Fernando Ghia, cercava una nuova voce
non riconoscibile e fui scelto. Dopo De Niro ho doppiato anche
Tim Robbins ne "La guerra dei mondi".
D. Nel doppiaggio qual è la figura più importante?
R. Senza dubbio il direttore. Colui che ti permette di capire
scena per scena e di darne una buona lettura. Il doppiaggio è un
lavoro molto particolare in cui è necessario che ci sia un
ottimo rapporto tra doppiatore e direttore del doppiaggio.
D. Il tuo ultimo lavoro come doppiatore è stato con la
fiction "San Pietro" che ha diviso in parte la critica. Tu che
ricordi conservi?
R. In "San Pietro" ho dato la voce a Omar Sharif, il
protagonista, e da lui ho ricevuto un grande attestato di stima
quando mi ha telefonato per complimentarsi per l'ottimo lavoro
che avevo fatto. A me è piaciuta molto, ma le fiction
iconografiche sono sempre molto difficili da realizzare ed è
normale che la critica si divida.
D. Nella fiction "San Pietro" c'è stata una scena in cui hai
trovato delle difficoltà?
R. Sì. C'è stato un "anello" (porzione del film su cui i
doppiatori lavorano, ndr) in cui San Pietro doveva recitare il
"Padre Nostro" come una spontanea invocazione. Non è stato
facile rendere questo senso di spontaneità.
D. Non mi vorrei sbagliare ma tu hai lavorato anche con Luca
Ward interprete del musical "Tutti insieme appassionatamente"...
R. Esatto. Luca è un caro amico con cui ho doppiato "C'era una
volta in America" di Sergio Leone. Purtroppo questo lavoro fu
molto criticato perché non si accettò che lo avessimo ridoppiato.
D. Veniamo al musical "Datemi tre caravelle" in cui sei la
voce di Dio e di Padre Marchena. Chi è per te Padre Marchena?
R. Padre Marchena è un personaggio con un grande carisma
teologico, è fragile perché a volte dubita dell'uomo ma per
superare ciò usa la fede. E' dotato di una grande intuizione
perché capisce che Cristoforo Colombo ha ragione e lo difenderà
fino alla morte.
D. Per un attore è importante l'intuizione?
R. Ti rispondo con una frase di Vittorio Gassman:"Era un
mediocre attore ma fu fortunatamente colto dalla Silfide e
diventò un ottimo attore". Se vuoi essere un buon attore di
musical, prosa, cinema o di televisione devi usare
l'intelligenza, l'intuizione e poi... buttarti!
D. Siamo alla fine dell'intervista e volevo chiederti quando,
per te, uno spettacolo funziona?
R. Quando lo spettatore si dimentica di essere in teatro e si
lascia andare vivendo la storia....
L'intervista si conclude qui e ringraziamo Stefano De Sando per
la gentilezza e disponibilità.
Morena Pompignoli
Copyright ©2005 musical.it
04/11/2005, ore 10,45
|
|
I file
multimediali di www.musical.it possono essere in formato QuickTime, RealOne, Windows Media o Flash. Scarica gratuitamente
i 4 player per poter ascoltare e vedere i contenuti del sito
|
Le fotografie ed i
file audio/video
presenti su www.musical.it
sono stati in larga parte ricavati da Internet,e quindi valutati
di pubblico dominio. Se i soggetti o gli autori avessero
qualcosa in contrario alla pubblicazione, non avranno che da
segnalarlo alla redazione - indirizzo e-mail
musical@musical.it
- che provvederà prontamente alla rimozione dei file utilizzati.
|
|
HOME | PRENOTAZIONI |
MERCHANDISING
| MUSICAL CLUB
E-MAIL |
ALBUM |
ON STAGE |
LINKS |
BACHECA |
BORSINO |
|
|
|