LA
STAMPA
15 MARZO 2003
È TRASCINANTE IL NUOVO SPETTACOLO DELLA COMPAGNIA DELLA RANCIA E MILANO HA COSTRUITO UN TEATRO PER OSPITARLO
Pinocchio, in musical è meglio
Manuel Frattini strepitoso burattino di legno
15/3/2003
dall´inviata a MILANO
L'hanno già chiamato la risposta tricolore a Broadway, è naturalmente il «Pinocchio» con le musiche degli inossidabili Pooh e la regia di Saverio Marconi, mago nazionale di questo genere di spettacolo in piena esplosione nel nostro paese tanto che a Milano (ormai capitale morale del musical) hanno appena costruito all'uopo un teatro enorme, il «Diners della Luna» giusto di fronte al Forum di Assago. Si allarga così nelle periferie delle metropoli il fronte delle strutture a metà fra il provvisorio e il definitivo che definire belle sarebbe improprio; segnano comunque la nostra epoca, così come i loro nomi sponsorizzati e perciò sempre provvisori pure loro. Proprio qui al Della Luna ha debuttato ieri sera - con anteprima giovedì per i media e un incredibile numero di vip - il «Pinocchio» teatral-musicale che segue la tiepida avventura cinematografica di Benigni e davvero fa concorrenza alle più eclatanti produzioni di Broadway: per grandiosità e per effetti speciali, per le magnifiche scene di Marcomattei, per i costumi allegri e colorati di Zaira De Vincentiis che ne fanno un fumetto dal vivo, per le spericolate coreografie di Angelini e per l'abilità della regia di Marconi che si conferma il leader del filone; ma al centro c'è la bravura di Manuel Frattini, lontano nipote di Charlie Chaplin e attore-cantante-ballerino-acrobata di inesausta energia nel ruolo del protagonista. Paradossalmente, sono da rivedere proprio alcune parti musicali dei quattro eterni giovanotti: l'esigenza di mantenere integre alcune loro canzoni rallenta assai l'azione del primo atto della pièce; però ci sono stacchetti musicali molto carini inventati nel momento della costruzione dello show; e non manca una divertente citazione di «Piccola Katy» quando Geppetto e la quasi-fidanzata Angela decidono di mettersi insieme. Il finale è delizioso: il burattino così ben irrigidito di Frattini scompare per lasciar spazio a un bambinetto in carne ed ossa vestito da Pinocchietto che corre verso il centro della scena. I bimbi ne andranno estasiati, così come il bambino che è rimasto in noi si meraviglia in molti quadri: il bosco nel quale all'inizio si abbatte un temporale vero, facendo cadere l'albero dal quale il falegname ricaverà il burattino; il Gatto e la Volpe di Felice Casciano e Simona Patitucci, due pittoreschi punk che vivono di espedienti; il circo che viene ricostruito in interno ed esterno in pochi secondi, dove Pinocchio e Lucignolo si fanno asinelli; il teatro dei burattini/umani dove un pittoresco Mangiafuoco (Roberto Nencini) canta «Mamma mia» da operetta; il mare nel quale danzano a ritmo di samba con «Galleggiando» uomini/corallo ed enormi donne-meduse appese in alto, con la balena che appare all'improvviso definita da denti luminosi. Un universo di trovate sceniche, intelligenti quanto lievi e generose. La storia di Collodi è rielaborata in chiave moderna, anche nelle parti recitate. Marconi ha pensato agli Anni Sessanta, ma è un accenno vago, in un Pinocchio che da adolescente irrequieto appare insofferente a ruoli e regole e fugge verso l'eterno divertimento del Paese dei Balocchi. In una società che annulla il Super-Io, anche il Grillo Parlante compie interventi più fulminei che brevi; e la Fata Turchina diventa semplicemente Turchina, una bambina che simboleggia il potere delle Favole. Geppetto è un uomo tormentato dalla responsabilità di esser padre, e la riconciliazione con il burattino nel ventre della balena simboleggia un processo di maturazione per entrambi. A lui, pensosamente impersonato da Pietro Pignatelli, s'è voluta aggiungere una figura femminile, chiamata Angela come la madre di Collodi, per inserire il concetto di famiglia (che però - controsenso - nei Sessanta comincia ad affievolirsi): Angela è l'ancora statica Lena Biolcati, vecchia conoscenza di Sanremo come la Turchina di Arianna, brevemente passata anche lei dal Festival Giovani e forse la meno convincente. Se si pensa che anche «I dieci comandamenti», altro musical in scena a Milano, ribolle di ex nuove proposte sanremesi, si capisce che molte voci disoccupate hanno finalmente trovato lavoro con l'esplodere dei musicals. «Pinocchio» è stato opzionato da 7 paesi in Europa, oltre che in Cina e Sudamerica. La produzione della pregiata Compagnia della Rancia spera di rimanere in scena a Milano fino a Natale; le prenotazioni sono già 45 mila.
m. ven.
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