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Patrizia il musical

PATRIZIA
il musical

 LIBRETTO: ARNOLDO FOA'
MUSICHE ORIGINALI: FABIO CONCATO

PRODUZIONE: Associazione BELTeatro - Padova
CO-PRODUZIONE: Conservatorio Statale di Musica "A.Buzzolla" - Adria (RO); PadovaDanza
INTERPRETI PROTAGONISTI: Marika Marangon, Nada Stanic' (Patrizia); Alberto Nagy (Giovanni); Marco De Meo (Ugo) ALTRI INTERPRETI: Adele Barone, Francesca Bindelli, Marco Dainese, Massimo De Mari, Samanta Favaro, Gigliola Fuiano, Samuele Giovagnini, Stefania Miotto, Mirko Segalina, Mickela Vettori
LA VOCE DELL'UOMO DELLA NOTTE E' DI: ARNOLDO FOA'
DANZATORI (5 elementi): Corpo di Ballo di PadovaDanza - Claudia Crivellari, Niccolo' Nanti, Elisa Rampazzo, Marta Sartorato, Giulia Scarpa.
COMPOSITORE delle canzoni "Canzone della Protesta" "Canzone dei Drogati" "Bocca Cucita": Roberto Procaccini
ARRANGIATORI: Fabio Petretti, Giuseppe Zanca
(anche autore del brano "Mondo della notte")
ESECUTORI DAL VIVO (10 elementi): Ensemble Laboratorio 900 del Conservatorio di Adria - Sergio Marrini, Luca Minardi violini, Patrick Ruzza viola, Fabio Pe3tti clarinetto e sax alto, Juan Carlos Rivera Cadenas flauto e sax tenore, Gigi Grata tromba, flicorno, trombone e tuba, Andrea Dessì chitarra elettrica e acustica, Luigi Sidero tastiere, Giuseppe Zanca basso elettrico, Stefano Peretto batteria e percussioni.
SCENOGRAFIA: Roberto Rebaudengo
REALIZZATA DA: Damiano Nardin, Andrea Valentini, Mauro Donà
COSTUMI: Antonia Munaretti
TRUCCO: Monica Salomoni
COREOGRAFIE: Gabriella Furlan Malvezzi
DIREZIONE MUSICALE: Giorgio Fabbri, Fabio Petretti, Giuseppe Zanca
PREPARAZIONE AL CANTO: Luisa Giannini
DIREZIONE DI SCENA: Federica Santinello
DIREZIONE TECNICA: Damiano Nardin
TECNICO LUCI: Andrea Valentini
GRAFICA A CURA DI : TALENTO di Mario Innocente
WEBMASTERING - WEBDESIGN : Mikis Pensato
SEGRETARIA DI PRODUZIONE: Rita Borga
ORGANIZZAZIONE: Rita Borga, Elisabetta De Donno, Bruno Lovadina
UFFICIO STAMPA: Vittoria Nalin
FOTO DI SCENA: Michele De Piccoli
AMMINISTRAZIONE: Studio Cadamuro, Rag. Valentina Pellizzaro

REGIA: ROBERTO INNOCENTE

LO SPETTACOLO E' REALIZZATO
CON IL PATROCINIO DI: MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITA' CULTURALI - REGIONE VENETO - PROVINCIA DI PADOVA - PROVINCIA DI BELLUNO - PROVINCIA DI VENEZIA - PROVINCIA DI VICENZA - CITTA' DI ADRIA

IN COLLABORAZIONE CON: COMUNE DI ADRIA
 

Fabio Concato ed Arnoldo FoàPERCHE' "PATRIZIA" di Roberto Innocente, regista dello spettacolo

<<Chiunque si sia trovato nei pressi di una stazione ferroviaria di una grande metropoli o di una piccola città di provincia, avrà sicuramente incontrato qualche personaggio, più o meno malandato, immediatamente identificabile in un "tossico". Oggi, negli anni duemila, ci si fa poco caso a questi soggetti. Diciamo pure che la loro presenza è ormai "un'abitudine" e il problema connesso, delegato ai volonterosi centri di recupero per tossicodipendenti. Personaggi come "Patrizia" non fanno più notizia.
Negli anni '70 non era così. In quel momento storico il problema della tossicodipendenza era spesso sulle pagine dei giornali e il morto per overdose faceva ancora impressione.
Cosa è cambiato? visto che il problema non si è risolto, anzi in certi termini si è sviluppato; una volta erano gli hippies degenerati a cadere nel giro della droga, oggi il "drogato" non appartiene ad una sola categoria sociale, ma va dal giovane disadattato al ricco manager passando, democraticamente, per ogni strato sociale.
Sembra che l'unica diversità sia nell'importanza sociale che viene data al problema. Anche la nostra società è assuefatta, drogata?
Eppure lo sappiamo che un soggetto che cerca nella droga la chiave di comprensione, o di sopportazione, alla sua esistenza, ha dentro di sé dei vuoti, delle mancanze. Lo sappiamo che la droga è un problema sociale e non individuale. Lo sappiamo e indifferenti passiamo da una giornata all'altra come nulla fosse, sempre che il problema non ci tocchi da vicino, magari in un figlio, in un amico, perché allora l'indifferenza diventa tragedia, abisso, vergogna.
Ecco perché "PATRIZIA" doveva essere messa in scena adesso, perché metterla in scena retrodatata agli anni '70, perché metterla in scena in forma di Opera Musicale, favola moderna. Ecco il perché di una storia romantica in un contesto crudo e crudele, con un mondo che gira attorno sempre e comunque, incapace di fermarsi a considerare le proprie aberrazioni e pronto a riaffermare luoghi comuni che giustificano più che spiegare.
Una favola moderna, talmente vera e reale che è meglio considerare favola, meglio vedere distante nel tempo perché la riflessione sembri non toccarci.
Con quest'opera musicale non parliamo tanto di droga, che è solo uno dei tanti contesti "difficili" dei nostri giorni, parliamo di un modo di prendere la vita, di come guardare alla vita perché "vivere è una grande occasione", come dice l'Uomo della notte, è non tutti ci pensano.

LA STORIA DI "PATRIZIA"

Patrizia è una giovane ragazza dipendente dalla droga. Nel giro ci è finita qualche tempo fa per colmare dei vuoti affettivi che non sapeva altrimenti risolvere e una volta entrata sembra impossibilitata ad uscirne nonostante rimanga in lei un barlume di lucidità. L'incontro casuale con Giovanni, un "ragazzo per bene"  riaccende in lei la speranza di poter ricominciare una nuova vita. Tra i due giovani nasce spontaneamente l'amore e con lui la voglia di combattere un destino che si vuole diverso, che apra la speranza in un futuro.
Patrizia però è in un giro che ha degli interessi da salvaguardare, "lei ci procura i polli e noi li spenniamo" dice Ugo il capobanda e controllore dello spaccio, e che non può permettersi di lasciare andare nessuno.
Così l'amore tra i due giovani viene interrotto attraverso una macchinazione, ordita dai capibanda, che porta Giovanni a credere che Patrizia lo tradisce e lei a credere che Giovanni sia a sua volta stato preso nel vortice.
Questa ennesima delusione porterà Patrizia ad un gesto estremo e definitivo. Per Giovanni invece la vita sembra proseguire e solo qualche tempo dopo venendo casualmente a sapere la verità, scopre in sé la grandezza di quell'amore e la sua incapacità a capire. In un estremo tentativo di riportare giustizia si scaglia su Ugo, il capobanda finendo a sua volta accoltellato.

IL PROGETTO "PATRIZIA"

Nel 2003 la realizzazione di "MARIA DE BUENOS AIRES" con Milva, nello sforzo congiunto di BelTeatro e Conservatorio Buzzolla, ci ha spinto ad elaborare un secondo progetto produttivo che realizzasse un risultato scenico importante attraverso le specifiche vocazioni delle nostre strutture; quella formativa e quella produttiva.
Giorgio Fabbri, il Direttore del Conservatorio, che da tempo lavorava assieme ad Arnoldo Foà in una serie di Recital, mi mette al corrente dell'esistenza di un testo scritto dal Maestro, in forma di opera musicale, e mai rappresentato.
La cosa mi incuriosisce. Leggo il testo e ne rimango folgorato, già me lo vedo in scena. Bisogna realizzarlo.
Un'opera musicale necessita però di interpreti capaci di recitare, danzare, cantare. Ci mettiamo a tavolino e nasce il "Progetto Patrizia".
Grazie al sostegno della Regione Veneto realizziamo il primo Corso di Formazione sul Musical con l'intento di raccogliere un gruppo di giovani interpreti da preparare adeguatamente per la messa in scena. Se ne presentano una trentina.
Dopo lunghi giorni di selezione ne individuiamo quindici tra i quali; Gigliola Fuiano, Nada Stanic, Alberto Nagy, Mickela Vettori, Samuele Giovagnini, Marco de Meo, Francesca Bindelli, Stefania Miotto, Samanta Favaro,  che assieme a Adele Barone Massimo de Mari, Mirko Segalina e Marco Danese, diverranno il cast definitivo della messa in scena.
Lavoriamo nella formazione per un anno intero accompagnando i ragazzi nelle diverse discipline grazie a Luisa Giannini e Viviana Corrieri che preparano i ragazzi al canto, a Giorgio Fabbri che li prepara all'ascolto musicale, al sottoscritto che li prepara alla recitazione, a Gabriella Furlan che li prepara alla danza, a Francesco Schiavo che li prepara all'acrobatica.
Intanto incontriamo Foà per esporgli il progetto. Lui è d'accordo e cominciamo a lavorare sul testo per dargli una rinfrescata, visto che è stato scritto negli anni '60.
Immediatamente si pone il problema della composizione delle musiche originali per lo spettacolo. Ci vuole un autore capace di cogliere la particolare sensibilità che il testo esprime, giocando tra classico e moderno in un equilibrio che sottolinei i contrasti scenici.
Passiamo in rassegna diversi possibili compositori. Poi mi viene in mente Fabio Concato, autore che amo particolarmente e che con le sue canzoni è riuscito a creare climi particolarissimi, su testi che sono vera poesia.
Nel modo più ingenuo e banale cerco di mettermi in contatto, gli scrivo una mail, devo dire con scarsa fiducia in una risposta. E invece la risposta arriva, quasi immediata. Fissiamo un incontro.
Riviera romagnola in pieno inverno. Andando all'appuntamento mi sembra di essere in una delle sue canzoni. Spiego il progetto a lui e a Massimo Giannettoni, il suo manager. Fabio è entusiasta dell'idea da subito. Vuole i testi per saperne di più.
Intanto il nostro corso di preparazione prosegue. Arriva maggio, siamo agli ultimi incontri. L'intero gruppo freme; e adesso?
Adesso si va avanti. Intanto incontriamo Concato. Nella piccola sala prove di Corso Garibaldi a Padova passiamo due ore favolose. Fabio ascolta tutti i ragazzi cantare per farsi un'idea delle loro capacità vocali, poi canta anche lui, così tra noi, senza microfoni, senza base.
Ora il progetto decolla davvero. Fabio ha deciso di scrivere le musiche, ce le farà avere a fine estate. Ci vediamo a settembre ragazzi.
Intanto io e Fabio ci vediamo a Milano per studiare bene il copione e decidere gli interventi musicali. L'occasione è buona anche per incontrare Roberto Rebaudengo, lo scenografo che viene da Genova. Ha un'intuizione fondamentale, bisogna datare lo spettacolo agli anni '70.
A settembre puntuali arrivano le musiche, splendide. Fabio Petretti e Giuseppe Zanca, i due arrangiatori, le ascoltano con noi e già discutono degli arrangiamenti. Intanto con Fabio abbiamo deciso di affidare tre canzoni ad un giovane compositore romano, Roberto Procaccini. Con lui ci incontriamo a Roma, l'intesa è immediata e da li a poco Roberto ci manda le sue composizioni.
Un ultimo incontro prima di iniziare. Arnoldo Foà viene a Padova per incontrare i ragazzi che metteranno in scena la sua opera. Tutti fremono all'idea dell'incontro con il Maestro. Temono di essere interrogati, di non dimostrarsi all'altezza. L'incontro è stupendo e Foà resta incantato da questo gruppo di giovani. Altre tre ore emozionanti.
Ormai tutto è pronto e non resta che metterci ad allestire. I bozzetti della scena consegnatici da Roberto Rebaudengo, dopo una lunga notte di discussioni, ipotesi, stravolgimenti e definizioni, vengono consegnati a Damiano e Andrea che si occuperanno della costruzione assieme a Mauro e Sergio del Teatro Comunale di Adria, dove andremo a fare le prove.
A metà ottobre ci vediamo con gli arrangiatori, i musicisti, i cantanti, Fabio Concato e Roberto Procaccini per sistemare definitivamente gli arrangiamenti. Facciamo le due di notte per finire tutto, ma ne valeva la pena, le musiche e le canzoni sono davvero bellissime.
Da qui il percorso diviene il solito trambusto di un allestimento. Prove, scoramenti, momenti di esaltazione, problemi, rincorse.
Rita Borga, che segue tutta la parte organizzativa dell'allestimento mi chiama cento volte al telefono, ci sono mille cose da fare, ma lei è splendida e riesce a farle tutte mille.
Poi arriva Antonia Munaretti, la costumista, con lei abbiamo già discusso dei costumi, anche assieme allo scenografo. Ci sono le misure da prendere.
E intanto si guarda il manifesto che ha preparato Mario Innocente, già sottoposto anche al vaglio di Foà. Bello, molto bello, adesso decidiamo cosa scriverci sopra e diamolo alla tipografia.
E inizia l'attesa. Le quinte prestampate devono arrivare da Palermo, arriveranno in tempo? Cosa manca ancora alla scena, faremo in tempo? Non ci sono ancora tutti i costumi, manca ancora l'attrezzeria, arriverà in tempo? Le foto per il libretto quando le stampano? Attesa che sembra non finire mai quando prepari uno spettacolo. E ti sembra impossibile arrivi tutto in tempo.
Intanto con Andrea Valentini facciamo le luci. Giorno, notte, ormai il tempo non ha più alcun valore. I giorni passano in un continuo rintanato in Teatro dove il sogno sta prendendo forma. Ma il miracolo per fortuna si ripete e all'ultimo minuto tutto è pronto per la prova generale.
"Patrizia" va in scena.

Le date del tour nella rubrica "On Stage"