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ADDIO A GHIZZO, MECENATE DEL TEATRO

Maurizio Porro - Il Corriere della Sera 11/03/2004

Franco Ghizzo è morto ieri mattina a 67 anni, quando il cuore non ha retto a una lunga malattia; Ghizzo, produttore teatrale e manager del Nuovo dal ' 77, quando rilevò con generosità e coraggio la sala di San Babila e l'Odeon dopo la morte di «don» Remigio Paone. Allora «san» Ghizzo era solo un industriale tessile, di ferramenta e di gelati, appassionato di teatro di rivista, fan della Wandissima; oggi se ne va dopo aver contribuito per anni alla vivacità della scena milanese. Dove portò star come la Minnelli, Iglesias e Jerry Lewis, produsse spettacoli di successo con l'amico Walter Chiari, il «Barnum» con Ranieri e la Piccolo, «Stanno suonando la nostra canzone» con Proietti e Goggi, il Molière con Panariello, un balletto della Fracci. Il Nuovo ospitò l'ultima recita di Mastroianni e l'ultima di Gassman, due grandi, oltre ai beniamini della risata, da Dorelli a Bramieri a Montesano. Ma c'era posto anche per artisti eccentrici come Carmelo Bene, Paolo Poli o Lindsay Kemp o per la coppia Fo-Rame. Un uomo generoso, Ghizzo, ricettivo e intuitivo: scelse David Parsons, i Mummenschanz, i Momix. E gli sono riconoscenti i nuovi e bravi Legnanesi Provasio, Dalceri e Campisi, che aveva messo sotto contratto, lui che aveva conosciuto e ospitato la Teresa e la Mabilia di un tempo. «Gli volevo bene - dice Mariangela Melato, che Ghizzo invitò col pirandelliano ' Vestire gli ignudi' -. Era onesto, generoso, sincero e col teatro aveva migliorato la propria vita. Lavorai benissimo anche se, scherzando, diceva che gli uomini fanno più incasso. E la Duse? Un'eccezione ». Aveva dato fiducia alla Rancia di Marconi coi musical alla Broadway, prenotò per la sua sala il trionfale «Grease» con Cuccarini, il record di questi anni. Il «rag. Ghizzo» non era un intellettuale e non ci teneva a sembrarlo, ma per il teatro aveva un sesto senso. Di origine trevigiana, cugino di Buticchi, era milanese da sempre, di buon vecchio stile: un borghese mecenate, con una bella famiglia da portare alle prime, che egli seguiva dalla sua barcaccia, ma per scaramanzia non voleva ospiti. Amava tanto l'ambiente dello spettacolo che lavorò a Bologna, Jesolo, Capri, alla Versiliana. E aveva rilevato per alcuni anni anche il ristorante tipico dei teatranti milanesi, il «Santa Lucia», affidandolo all'attiva, simpatica moglie, che cambiò orari di sveglia. Impossibile dire quanti artisti Ghizzo volle al Nuovo e quanti oggi lo piangono con una sincerità inedita per l'ambiente: Victoria Chaplin, Rascel, la Pavone, il trio Marchesini-Solenghi-Lopez, De Sica e Frattini, fino agli show brasiliani e cubani con cui faceva san Silvestro, spettacolo con brindisi e panettone. Non gli sfuggiva nulla, nell'arte e nel marketing erano tutti suoi figli.